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l'omicidio

Ucciso a sprangate dal padre, il paese sotto shock: «Ailton era un angelo»

Quarant'anni, Ailton Romagnollo lavorava come manutentore a San Secondo di Pinerolo

Alla Combustoil di via Nino Costa, a San Secondo di Pinerolo, Ailton Romagnollo era tra i primi a entrare. Alle 7.20 apriva il cancello a chiave, i colleghi arrivavano qualche minuto dopo. La signora Ugolina, che abita di fronte alla ditta, quel ragazzone di 40 anni di origine brasiliana se lo ricorda bene e non si dà pace per quanto accaduto. «Non dormo e non ho la forza di mangiare. Ailton era dolcissimo ed educato». Tra i primi ad entrare in turno, passava davanti alla casa della donna e la salutava con gentilezza. «Mi diceva “buongiorno signora”. Gli altri dipendenti accennavano un “ciao”». Ed è incredibile pensare che quell’uomo educato e gentile non ci sia più. Ucciso da un padre che l’aveva adottato da bambino e che al termine di una lite lo ha colpito alla nuca con una spranga, o forse un tubo, uccidendolo. Per poi chiamare il vicino e dirgli di avvisare i carabinieri.

Pierangelo Romagnollo, 84 anni, pensionato ed ex socio di una ditta di serramenti, è stato arrestato e ai militari che lo hanno portato via avrebbe detto: «Gli ho tolto la spranga dalle mani e l’ho colpito per difendermi». Interrogato per tre ore, il pensionato avrebbe raccontato che il figlio era svogliato e da giorni non andava al lavoro. Eppure, chi abita vicino alla Combustoil sostiene di avere visto Ailton andare a lavorare (di mestiere faceva il manutentore) fino al giorno precedente a quando è stato ammazzato. Sandra, un’altra signora che abita vicino alla ditta, racconta: «Un giorno Ailton ha messo in fuga due ladri che erano entrati nel mio giardino. Era pomeriggio e lui aveva appena terminato il turno in ditta». Insomma, un uomo buono, che amava il ballo latinoamericano e gli animali, in modo particolare il suo pastore tedesco, che compare spesso nelle sue foto su Facebook. Abitava col papà, Ailton. La mamma era morta una decina di anni fa e forse il 40enne non aveva voluto allontanarsi dalla casa di via Petrarca 35, a Roletto, proprio per stare accanto all’anziano genitore. Quando usciva dal lavoro o prima di andarci, Ailton Romagnollo si concedeva una pausa al Caffé Nero Bollente di Riva, a metà strada tra Roletto e San Secondo. Alla Combustoil, il 40enne lavorava da due anni e l’azienda ha espresso il suo cordoglio su Facebook: «È con profonda tristezza che annunciamo la scomparsa di un nostro caro collega, che è stato un membro del nostro team per due anni. Noi della Combustoil ci uniamo al dolore dei famigliari per la scomparsa di Ailton e a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Ci mancherai, Ailton. Riposa in pace».


A Roletto, piccolo comune di meno di 2mila anime, la comunità è sconvolta. Perché anche il padre, l’84enne Pierangelo Romagnollo, non aveva mai destato particolari sospetti. «Veniva a comprare il pane e il giornale, non avrei mai pensato che quell’uomo potesse fare una cosa del genere. Era un uomo distinto», racconta Antonella Todaro, titolare di un negozio di alimentari e tabacchi. «Conosco solo di vista il signor Pierangelo. I miei clienti dicono che è una persona rispettabile. Non so cosa sia passato nella sua testa», dice Franco Zerre, macellaio del paese. Eppure, proprio quella “persona distinta e rispettabile” è stata capace di compiere un gesto tanto brutale. Uccidendo quel figlio che, insieme alla defunta moglie, aveva deciso di adottare molti anni fa. Ma a quanto pare, le liti e i dissapori in quella villetta di due piani erano all’ordine del giorno, tra padre e figlio. Fino ad arrivare all’omicidio. 

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