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IL CASO
25 Marzo 2025 - 08:14
Tre carabinieri feriti e manifestanti contusi, un furgone sequestrato e un’inchiesta in procura per capire cosa sia successo nell’ex Ilte di Moncalieri e lungo la strada di accesso: è il bilancio in seguito al rave party cui hanno partecipato 1.500 ragazzi provenienti da tutta Europa, fra musica, striscioni e proteste contro il Cpr e il Governo:«Esprimiamo dissenso contro il DDL Sicurezza, il decreto rave e le zone rosse» rivendicano sul posto e sui social.
Ma il peggio è successo quando il rave è finito, domenica pomeriggio: prima polizia e carabinieri hanno sequestrato le casse musicali assieme al camion con cui erano state trasportate, come previsto dalla cosiddetta “legge anti rave” varata dal governo Meloni, che ha inasprito le sanzioni contro i raduni non autorizzati nei luoghi abbandonati.
Ma un gruppo di ragazzi si è opposto, mettendosi attorno al furgone per bloccare il sequestro. Così sono cominciati gli scontri, come si vede dai video che gli stessi manifestanti hanno pubblicato sui social: spintoni e manganellate hanno portato ferite ai giovani del rave e a tre carabinieri, come comunicato dal loro sindacato. Nei video si vede anche l’inseguimento di un giovane, poi caduto a terra. Alla fine, a quanto risulta, i partecipanti al rave hanno abbandonato il furgone e sono scappati per evitare l’arresto.
Gli organizzatori puntano il dito e parlano «di forze dell’ordine che hanno deciso di usare la forza e i manganelli contro ragazzini e ragazzine. Nonostante per tutta la notte ci sia sempre stata una chiara e pacifica mediazione tra la Digos e l’organizzazione, cercando di mantenere l’ordine pubblico e la salute dei partecipanti. La riposta violenta da parte delle forze dell’ordine è l’ennesima dimostrazione della repressione che ci opprime».
L’Unione sindacale italiana carabinieri del Piemonte e Valle d’Aosta, replica sostenendo che «le forze dell’ordine si sono trovate ad affrontare momenti di forte tensione per respingere il tentativo di forzare il cordone di sicurezza. Sovente operiamo in condizioni di difficoltà e talvolta anche senza un adeguato supporto giuridico nelle sedi giudiziarie. Chiediamo al governo di assumersi la responsabilità di garantire tutele effettive a chi ogni giorno per fare rispettare la legge».
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