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Sanità

Il Mese Rosa: l'intervento della chirurgia plastica

La dott.ssa Gretha Grilz spiega i grandi passi fatti dalla chirurgia plastica ricostruttiva

Ottobre, mese rosa, è dedicato alla prevenzione e alla consapevolezza sul tumore al seno, ma anche alla riflessione su tutto il percorso di cura che segue la diagnosi. Tra gli aspetti più importanti c’è la chirurgia plastica ricostruttiva, che oggi rappresenta una parte integrante del trattamento oncologico. Grazie ai progressi della medicina e alla collaborazione tra chirurghi oncologi e plastici, è possibile ricostruire il seno subito dopo l’intervento di mastectomia o in un secondo momento, restituendo non solo la forma, ma anche la serenità e la fiducia in sé stesse. Le tecniche più moderne, dall’utilizzo di protesi ai lembi autologhi, permettono risultati naturali e personalizzati, accompagnando ogni donna in un percorso di cura, rinascita e valorizzazione della propria identità. Ce ne parla la dott.ssa Gretha Grilz, chirurgo senologo e chirurgo plastico dell'Ospedale Koelliker.

"Qual è il ruolo della chirurgia plastica nella cura del tumore al seno?"

"Oggi la chirurgia ricostruttiva è una parte integrante del percorso di cura della paziente, che non lo vedo più solo come un momento o una possibilità, ma come un vero e proprio reintegro della propria figura all'interno della sua vita. Non ci chiede più la paziente di ritornare a vivere, ma vuole vivere in un corpo che riconosce come proprio".

"Qual è la percentuale di richiesta da parte delle pazienti di poter effettuare una ricostruzione?"

"A questa domanda, risponde molto bene il Registro Nazionale Protesi, che ha pubblicato i dati per il 2024. All'interno di questo registro sono state inserite tutte le protesi impiantate in Italia nell'anno 2024. Di queste, il 41% aveva finalità ricostruttive. Di questo 41%, l'80% delle pazienti aveva ricevuto una diagnosi di neoplasia della mammella, e il 60% ha potuto beneficiare di una ricostruzione immediata, quindi di un impianto protesico contestuale all'intervento di mastectomia".

"Qual è stata l'evoluzione della ricostruzione mammaria? A che punto siamo oggi?"

"Grazie alle tecniche di mastectomia, che oggi vengono definite mastectomia conservative, cioè vuol dire che si preservano le strutture anatomiche che possono garantire un risultato estetico a lunga distanza più piacevole, quindi mantello cutaneo, il complesso areola capezzolo. Oggi la ricostruzione effettivamente riesce a raggiungere degli obiettivi decisamente importanti in termini di soddisfazione e di qualità della vita della paziente. Possiamo impiantare delle protesi oggi in sede prepettorale, quindi nella sede anatomica della ghiandola mammaria che è stata rimossa, e questo ci permette di raggiungere un risultato di alta soddisfazione per le nostre pazienti.

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