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La protesta
03 Marzo 2025 - 06:40
«Situazione tragica». «Colpo di grazia». «Danno enorme». «A dir poco catastrofico, mai vista una cosa del genere». Non si trattengono i commercianti di via Po dopo un anno di cantieri che, a sentire loro, hanno fatto perdere «il 50-70% degli incassi: speriamo che finisca questo incubo ma sarà dura che rispettino i tempi». Invece dal Comune assicurano che «il 28 marzo la via verrà liberata e sarà riaperta la viabilità in entrambi i sensi di marcia».
Ma il “grido di dolore” dei negozianti, nel cuore della città, non si ferma neanche dopo queste rassicurazioni. E ora rischia di estendersi (o spostarsi) in via Roma, dove sono appena iniziati i lavori per prolungare la pedonalizzazione fino in piazza Carlo Felice.
Intanto sono i commercianti di via Po a “piangere” per il cantiere che va avanti da un anno su pavimentazione e sottoservizi: «Viviamo una situazione catastrofica - si lascia andare Silvia Scali, dell’omonimo negozio di scarpe, aperto in via Po da 60 anni - Io ci lavoro da 40 e non ho mai visto una cosa del genere: è indicibile, capita che entrino quattro persone in tutta la giornata. Uno cerca di lottare ma dopo un po’ si arrende». «I lavori sono stati organizzati abbastanza bene e alla fine il risultato sarà buono - concede Viviana Cantone dell’omonimo negozio di intimo, salvo poi incalzare - Intanto noi siamo tutti incazzati perché abbiamo perso tanto e non ci hanno neanche tolto la Ztl». «Le spese sono sempre le stesse - concorda Scali - Infatti tanti negozi stanno chiudendo per la crisi e i costi altissimi, con il cantiere che ha dato il colpo di grazia: non è una bella immagine per la città, soprattutto per i turisti che arrivano. Il Comune si svegli anche su questo fronte: dopo aver perso l’auto, solo il turismo ci può salvare».
Della stessa idea Sonia Patacchi, che dal suo negozio di estetica ritiene «ridicolo uno sgravio di 300-400 euro sulla Tari dopo quello che abbiamo sofferto. Dovevano farci uno sconto sugli affitti, questa è la via principale di Torino». Si sfoga anche Barbara Violante di Gianduiotto: «Finisce un cantiere e ne inizia un altro: quando chiediamo agli operai a che punto sono, loro mettono sempre le mani avanti. La vediamo dura». Al coro si aggiunge Silvio Giobbe del negozio Venezia a Torino: «Il danno è enorme perché la gente non riesce ad arrivare: il Comune finisca in fretta e riapra subito».
Dall’assessorato alla Viabilità replicano così ai commercianti: «Le associazioni di categoria e di via Po sono state puntualmente aggiornate del cronoprogramma dei lavori attraverso periodici incontri con l’amministrazione. Il cantiere è durato un anno come previsto e sta per terminare, senza ritardi».
Il Comune rivendica anche la scelta di non chiudere mai la via al traffico, mantenendo almeno un senso di marcia «anche per venire incontro alle esigenze dei commercianti: chiudere totalmente avrebbe accelerato i tempi ma sicuramente accresciuto i disagi».
Da Palazzo di Città sottolineano un altro risultato: «Questo cantiere rappresenta un modello di coordinamento di regia cantieri tra il lavoro principale (il rinnovo della sede tranviaria) e i cantieri dei sottoservizi (come gli interventi per Smat e Ireti) che permetterà di non dover programmare ulteriori interventi per diversi anni. Inoltre, come sicuramente i commercianti avranno già avuto modo di apprezzare, la Città ha provveduto anche ad abbattere le barriere architettoniche su tutti gli incroci con sostituzione dei semafori con semafori sonori e loges a terra per ipovedenti: un’azione che rende la via ancora più accessibile a tutti».
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