Cerca

TORINO-LIONE

Tav, “ultima cena” degli operai licenziati. Ma si tratta per il loro reintegro - IL VIDEO

Intanto nel cantiere di Chiomonte sono subentrate le aziende che scaveranno il tunnel

“Ultima cena” per i 36 lavoratori del cantiere della Torino-Lione che l’altra sera, a Chiomonte, hanno salutato con amarezza il cantiere in cui hanno lavorato per tanti anni. Un addio che, si spera, potrebbe essere in realtà un arrivederci visto che sindacati e Telt stanno lavorando per il loro reintegro.

Con l’inizio del mese di dicembre è in sostanza iniziato l’ultimo atto dei lavori per il tunnel di base dell’alta velocità ferroviaria. Nel cantiere di Chiomonte è subentrata la cordata composta da Itinera (gruppo Gavio, mandataria), Spie Batignolles e Ghella, che ad agosto si è aggiudicata l’appalto da un miliardo di euro per la realizzazione della parte italiana del tunnel di base. Una buona notizia, tranne che per 36 dipendenti del consorzio La Maddalena (34 operai e 2 impiegati) che il 30 novembre sono stati licenziati. Il loro lavoro infatti era quello di realizzare le nicchie (una sorta di spiazzi per consentire le manovre dei mezzi in movimento) nel tunnel geognostico, destinato a diventare tunnel di servizio per la realizzazione del “fratello maggiore”. Finito il loro lavoro, per tutti e 36 è scattato il licenziamento. Ora tutti hanno la Naspi ma la speranza è quella di rivederli al più presto nel cantiere.

«Ovviamente Telt non può assumere gli operai ma stiamo promuovendo incontri tra il raggruppamento e i sindacati - spiegano da Telt, società italofrancese che sta progettando e realizzando l’opera - per favorire il loro reinserimento». La conferma arriva anche da Massimo Cogliandro e Stefano Ponzuoli della Fillea Cgil: «Telt si è fatta garante della loro continuità lavorativa - spiegano - e la nostra priorità è che le loro garanzie diventino realtà, anche per non disperdere un patrimonio della Valle, visto che questi lavoratori specializzati sono per il 90% residenti proprio sul territorio». Un nuovo incontro è fissato per il 14 dicembre. «Se non saranno trovate soluzioni al più presto - concludono i sindacalisti - siamo pronti a ogni tipo di protesta». Sulla vicenda interviene anche l’ex sottosegretario ai Trasporti, Mino Giachino: «Mi aspetto che gli operai vengano ricollocati il più presto possibile e che le aziende accelerino il più possibile i lavori. La Tav è l’opera più importante per il nostro futuro perché Torino continua a crescere meno della media nazionale».

A pieno regime, si stima che saranno circa 700 gli operai al lavoro per realizzare il tunnel di base. Ma per arrivare a quel punto ci vorrà ancora del tempo: nelle prossime settimane ci saranno i lavori di allestimento del cantiere e di preparazione all’inizio degli scavi veri e propri, ma il primo “colpo di piccone” non arriverà fino al prossimo anno. I primi chilometri del tunnel di base - l’imbocco dello scavo sarà vicino al tunnel geognostico - saranno fatti con tecniche tradizionali, fino a scendere al livello in cui verrà posizionata la “talpa”, incaricata dello scavo del tunnel vero e proprio. Conoscendo le tempistiche italiane, non c’è da stupirsi che in Francia siano più avanti di noi: la loro sezione del tunnel di base è lunga 45 chilometri e sui 90 totali (il tunnel ha doppia canna) i francesi hanno già scavato 13 chilometri, suddivisi in 3 lotti in cui è ormai tutto quasi pronto per vedere arrivare, il prossimo anno, le talpe. Il termine dei lavori su entrambi i versanti è fissato per il 2032.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.