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INCENDI IN VAL DI SUSA

Incubo piromane in Val di Susa, parla la testimone: «Ho visto i bambini scappare dal fuoco» - IL VIDEO

In pochi mesi bruciate case, auto, fabbriche e cascine. Il timore di una sfida alle forze dell'ordine

Prima le sterpaglie, poi gli edifici abbandonati. Dopo le auto e infine un campeggio che ospitava decine di persone. La bassa Val di Susa questa mattina si è svegliata con l’incubo di un piromane, un maniaco che potrebbe aver deciso di sfidare le forze dell’ordine alzando di volta in volta la posta in palio, arrivando a mettere a repentaglio anche la sicurezza delle persone.

Il primo allarme della scorsa notte è proprio quello scattato poco dopo le 22 al Mill Park, campeggio di Caselette che, oltre ai turisti, ospita anche una trentina di residenti. Persone che hanno scelto di abitare in una roulotte o in una mobil-home, come Valentina: «Ho sentito urlare, sono uscita e ho visto le fiamme alte. C’era anche il vento ad alimentare il rogo e i bambini che scappavano dal fuoco, correndo verso i bagni. Ma per fortuna i vigili del fuoco sono stati molto veloci e nessuno si è fatto male. Non sappiamo cosa possa aver innescato il rogo, non si sono sentiti neanche scoppi» (nel video, tutta la sua testimonianza ndr). Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Alpignano, Almese e Torino che sono riusciti a contenere i danni “limitandoli” a 3 roulotte e a una mobil-home, i cui residenti erano già riusciti a mettersi in salvo da soli. Le indagini sono affidate ai carabinieri ma la prima ipotesi, quella di un corto circuito, ha però perso quota nel giro di pochi minuti, visto che tra mezzanotte e l’una ad Almese - distante una decina di minuti d’auto da Caselette - sono scoppiati altri due incendi in rapida successione, il primo in una cascina e il secondo ad alcune rotoballe in un campo. E, allontanandosi di qualche chilometro, prima che a Caselette un altro rogo era scoppiato vicino a un autolavaggio di Chiusa San Michele.

Non è tutto. Dagli “archivi” sono infatti riemersi altri fatti inquietanti. Questa estate erano scoppiati 4 roghi “sospetti” tra Avigliana e Rosta, che avevano coinvolto del materiale di una falegnameria, una fabbrica abbandonata e delle sterpaglie. Poi, più recentemente, il 27 novembre è andata a fuoco un’abitazione disabitata di Rubiana, e solo due giorni prima invece a bruciare erano state un’isola ecologica e 4 auto nel centro di Avigliana. Basta guardare una cartina per rendersi conto che sono tutti luoghi distanti una manciata di minuti l’uno dall’altro. E si nota anche una sorta di “escalation”: da incendi isolati e poco rischiosi, a quelli a ridosso delle case, fino ad arrivare a questa notte, con una serie di roghi nella stessa notte. Come se qualcuno avesse deciso di sfidare vigili del fuoco e carabinieri, alzando ogni volta l’asticella del rischio.

Ovviamente, per avere la certezza che dietro gli incendi di ieri si celi la mano dell’uomo, occorrerà attendere le indagini. Nell’immediatezza non è stato trovato alcun indizio che possa spiegare come si siano innescate le fiamme ma, nel caso del campeggio, non è sfuggito che il rogo è partito proprio da una roulotte che si trova a ridosso della recinzione che divide l’area del Milli Park da un prato che di notte è avvolto dalle tenebre: sarebbe stato facile per chiunque avvicinarsi e innescare il fuoco senza neanche dover scavalcare, per poi scappare ripercorrendo i propri passi e avviarsi verso il prossimo obiettivo. Nel frattempo, tutti i danneggiati dei vari incendi hanno già chiarito di non aver mai ricevuto alcun tipo di minaccia.

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