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L'eredità dell'Avvocato

Gli Agnelli via da Torino? Il giallo di Villa Frescot: ecco cosa sappiamo

La figlia dell'Avvocato la vuole vendere, ma alla casa ci hanno risposto, con molto imbarazzo, così...

Gli Agnelli lasciano Torino? Villa Frescot sarebbe in vendita. Secondo le indiscrezioni - l’ultima, quella di Report - e come scriviamo sul nostro sito www.torinocronaca.it, la dimora sulla collina torinese dove l’Avvocato ha vissuto a lungo con la moglie Marella, sarebbe in vendita. Vendita che rientrerebbe nella “guerra degli Agnelli”, che Margherita Agnelli combatte da anni contro John, Lapo e Ginevra Elkann per l’eredità dell’Avvocato. Circondata da castagni, lontana dal chiasso della città, Villa Frescot era la residenza che Gianni Agnelli amava di più. Qui, la moglie Marella curava il frutteto e il giardino di lavanda. Mentre l’Avvocato si rilassava lontano dagli echi della Fiat e del lavoro, anche se non rinunciava alle classiche “telefonate delle 6” a Boniperti, ai calciatori della Juve o a Montezemolo.

Sviluppata su più livelli, risalente alla fine dell’Ottocento, a Villa Frescot ci si arriva percorrendo i tornanti di strada San Vito Revigliasco. Una volta al cancello, la prima cosa da fare è vedere se dentro c’è qualcuno. Ma a una fugace sbirciata, la dimora pare disabitata. Non resta che suonare al campanello: due tentativi, nessuna risposta. Sul muro però c’è un foglio con un nome e un numero di telefono. E’ quello del custode, che bisogna chiamare se si è postini o corrieri. Ma in questo caso la chiamata non è per consegnare un pacco, ma per sapere se Villa Frescot è in vendita, e di conseguenza se John Elkann e famiglia - sono loro gli ultimi eredi cittadini - si sono trasferiti altrove. Il cellulare suona a vuoto, poi il numero richiama, al telefono la voce è quella di una signora. «La villa è in vendita? Assolutamente no, non è in vendita», la risposta. Alla domanda però se la famiglia abiti ancora a Villa Frescot, e se in special modo qualcuno veda John Elkann da queste parti, dall’altro capo del telefono c’è il silenzio assoluto. Anzi, il telefono ci viene attaccato in faccia senza tanti complimenti. Terminata la (breve) conversazione con la custode, non resta che provare a carpire informazioni dai vicini di casa. Anche qui però i tentativi non vanno a buon fine, perché suonando al citofono dei dirimpettai di Villa Frescot, non risponde nessuno. Proverbiale riservatezza torinese, e in particolare di chi risiede sulla nobile collina, ben attento a non fare trapelare mai nulla. Soprattutto se si è vicini di casa di quella che è stata la famiglia più potente d’Italia.

Tuttavia, al di là delle smentite di rito (e non potrebbe essere altrimenti) il mistero su Villa Frescot rimane eccome e si intreccia con le altre dimore della famiglia, nonché con l’immenso patrimonio dell’Avvocato al centro di una faida familiare che sembra non vedere una fine. Alla morte di Gianni, la nuda proprietà della villa è passata a Margherita Agnelli con il diritto di usufrutto a Marella, che però preferiva la residenza di Samanden in Svizzera o il suo riad in Marocco. Così è venuto ad abitarci John Elkann con moglie e figli, pagando una sorta di affitto alla nonna. Deceduta quest'ultima, la proprietà è tornata a Margherita. Ed è proprio rientrando nella villa che la figlia dell'Avvocato si sarebbe resa conto della scomparsa di alcune delle opere d'arte che vi erano custodite. In particolare un Monet che molti ricordano di avere sempre visto lì, ma che adesso fa parte di quei capolavori scomparsi e al centro di un giallo internazionale. Di certo, in vendita è l’alloggio romano dell’Avvocato, a Palazzo Mengarini Albertini Carandini, di fronte al Quirinale, una residenza che Marella Agnelli arricchì con opere d’arte - proprio da quelle foto si è appreso del possesso di un Picasso mai denunciato - e dove Mario Schifano realizzò la famosa “Sala dei cinesi”. Margherita vorrebbe 20 milioni di euro, che finora nessuno ha ancora pagato. E Villa Frescot, Villar Perosa? Alla trasmissione Report sono sicuri della messa in vendita. Nel caso, si spezzerebbe un altro anello della sempre più fragile catena che lega la famiglia Agnelli alla città di Torino.

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