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La protesta
17 Gennaio 2024 - 17:20
Da quando è nata la pista ciclabile di via Tirreno ha portato più problemi che altro. Se prima dell’arrivo della pista, nella scorsa primavera, il traffico «era già pesante, ma scorrevole» ora appare quasi insostenibile. Tanto che gli abitanti di via Tintoretto, strada chiusa con unico affaccio su via Tirreno, non riescono a entrare e uscire dalla via senza attese infinite.
«Soprattutto nelle ore di punta», spiega Lino Dalla Gassa residente e presidente della bocciofila “La Baracca” di via Tintoretto 22, dove questa mattina si è svolto il diritto di tribuna durante il quale si è presentata la petizione che chiede al comune di modificare la percorribilità.
Una richiesta firmata da 478 cittadini e portata avanti dal signor Lino. «La via - ha spiegata Dalla Gassa - è abitata da circa 300 famiglie. 900 abitanti e 400 vetture che sono ostaggio della viabilità di via Tirreno», che ha subito restringimenti di carreggiata in direzione Grugliasco per far spazio alla pista ciclabile.
Modifica che congestiona il traffico nella parte di strada più prossima a corso Siracusa e che crea problemi anche alla vicina questura, in via Tirreno 337. «Costruire una pista ciclabile davanti al passo carraio del reparto volanti pronto intervento crea un ostacolo alle pattuglie che devono uscire ed entrare, molto spesso in emergenza», ha spiegato Eugenio Bravo, segretario generale del Siulp di Torino. «Una pista - ha proseguito Bravo -, per quanto importante ed utile, deve essere fatta in luoghi che non eliminino altre priorità, come quella della sicurezza».
Per questo, residenti e polizia chiedono di inserire dossi sulla pista per rallentare le bici agli sbocchi di via Tintoretto, via Tirreno e via Guido Reni, e ridurre la larghezza dei cordoli che dividono la corsia ciclabile dalla corsia delle auto, che «andrebbe portata a due corsie almeno verso il centro città», e di aumentare l’illuminazione e la segnaletica stradale.
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