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La storia

Cani randagi a caccia di pecore: «Volevano uccidere Brutola» - IL VIDEO

La denuncia dell’agricoltore Piero: «Erano quattro, ora abbiamo paura»

Scossa, ancora spaventata. Ci guarda dal basso verso l’alto, senza avvicinarsi troppo. Brutola, 10 anni, l’ultima pecora rimasta all’agricoltore Piero Berton, bruca l’erba serena nel recinto dell’azienda agricola di strada Molino del Villaretto. Sul suo corpo, però, porta ancora i segni della brutale aggressione avvenuta alcune settimane fa «quando quattro cani randagi - racconta Piero, il proprietario -, sono entrati di giorno nel cortile della mia azienda dopo aver rotto ben due reti».

Piero Berton con Brutola

Le telecamere

I cani - ripresi anche dalle telecamere di videosorveglianza - hanno girato in lungo e in largo e dopo aver adocchiato la povera pecora (che ai tempi si trovava in un altro recinto, dietro la casa dei Berton) l’hanno assalita. «Tanto che oggi è viva solo per miracolo» continua Piero. I cani l’hanno morsa ovunque, sembrava spacciata e per dieci giorni ha sofferto le pene dell’inferno. «Così abbiamo chiamato il veterinario che per ben due volte è venuto al Villaretto e l’ha ricucita».

Ci è voluto poi un po’ di tempo affinché le ferite si rimarginassero. Per giorni Brutola non ha neanche mangiato, tra il dolore per le ferite e la comprensibile paura (supponiamo noi) per il ritorno del branco. Gruppo di randagi che in realtà sembra sparito nel nulla. «Non sappiamo da dove siano arrivati - conclude la famiglia di Piero -, ma temiamo si tratti dei cani che da tempo vivono tra il parco Stura e l’Arrivore. Si sono spinti fin qua e io sono preoccupato, dobbiamo piantare il mais e non sappiamo bene come comportarci».

L’ultimo caso

Dopo l’aggressione ai danni di un 15enne tra i parchi Stura e Arrivore, il Comune di Torino è intervenuto a febbraio catturando, e mettendo in sicurezza, quattro cani randagi che bazzicavano da tempo dalle parti di via Ramazzini. Si tratta di un esemplare maschio e di tre femmine, la mamma con due figlie. Così l’assessorato e gli uffici della Tutela Animali della Città, insieme ad Enpa e ai volontari, con il supporto scientifico dell’Università, hanno agito con tempestività riuscendo a catturare gli animali e a dividere il branco. Evitando così ulteriori problemi. «Tuttavia temiamo ci siano ancora altri randagi in giro - conclude Berton -. Invitiamo dunque l’amministrazione a effettuare altri controlli a difesa delle aziende agricole del Villaretto».

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