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il reportage

Vigilantes sul tram 4, favorevoli o contrari ? Cosa ne pensano i viaggiatori

Viaggio sulla linea tranviaria che "taglia in due" Torino. Da lunedì, arrivano le guardie (non armate)

Dubbi, perplessità, qualcuno favorevole («Speriamo che servano»), poi c’è chi storce il naso («Ci vuole ben altro su questo tram«). E nessuno o quasi è a conoscenza della novità. Vigilantes sul 4, il tram della paura, dei borseggi e a volte delle aggressioni, spesso e volentieri ai danni dei controllori. Da lunedì prossimo, Gtt tenta la carta “Safe tram”: dalle 18 a mezzanotte, ad affiancare gli addetti al controllo dei biglietti ci saranno due guardie.

Una sperimentazione, che si spera possa dare frutti. Ma com’è viaggiare sulla linea tranviaria che “taglia in due” Torino? Alle 20, la gente a bordo è poca, dal capolinea di strada del Drosso. Perlopiù, ci sono lavoratori che rincasano dopo la giornata. Come Francesco Marengo, che abita a Porta Palazzo e lavora all’Università di Economia in corso Unione Sovietica. Francesco è un “habitué” del 4. «Lo prendo cinque giorni alla settimana. Episodi di aggressione? Un paio ne ho visti, così come mi è capitato di vedere gente che fuma sulla vettura. Furti? Non ne ho mai visti, ma so che a bordo succedono. Spero che con le guardie le cose possano cambiare».

Le cose potrebbero sì cambiare, o almeno si spera, dalla prossima settimana fino a fine anno, quando sul tram più frequentato di Torino vedremo i vigilantes in azione a partire dal tardo pomeriggio. Vigilantes non armati, beninteso, ma che avranno il compito di supportare gli addetti al controllo dei titoli di viaggio. Saranno utili? Le perplessità restano. «Sono dubbiosa - precisa Paola Tramonte, che scende in corso Giulio Cesare - perché forse le guardie potranno essere un deterrente solo nelle prime occasioni. Credo che per Torino bisognerebbe fare di più, e in primis dovrebbe farlo il nostro sindaco, dal punto di vista della sicurezza. Se mi sento sicura? Dipende, adesso che è arrivata l’estate sì, le cose peggiorano durante l’inverno, quando mi è capitato di scendere un paio di fermate prima perché al mio fianco c’erano persone poco raccomandabili».

Intanto, il viaggio prosegue. Superata Porta Palazzo, la percentuale di italiani si abbassa e cresce quella degli stranieri, che salgono a frotte alla fermata di Porta Pila. I controllori? Uno si palesa solo in Barriera. Peccato che la sua preoccupazione, anziché di controllare i titoli di viaggio, sia quella di invitare a non fare filmati a bordo (forse perché in apprensione dal fatto di poter essere filmato mentre è seduto vicino ai viaggiatori, anziché in piedi a lavorare).

“Cortesie” degli addetti a parte, la sensazione di insicurezza inizia a percepirsi quando la vettura sferraglia sui binari di Torino nord. Salgono africani in monopattino, e poi gli immancabili “maranza”, che in barba all’educazione una volta seduti allungano i loro arti inferiori ostacolando il passaggio agli altri viaggiatori. Qualcuno si lamenta della presenza di zanzare, ma la maggior parte di chi è a bordo è indaffarata ad armeggiare con lo smartphone o nella “bolla” ad ascoltare musica.

E l’arrivo dei vigilantes da lunedì coglie di sorpresa un po’ tutti. Mauro Pace, che sale al Mauriziano e scende in zona San Giovanni Bosco, della novità era ignaro: «Non lo sapevo. Ma ci saranno pro e contro. Non vorrei che qualcuno la prenda come una “sfida” e vada a brutto muso contro i vigilantes». La speranza è che non sia così. Il progetto, se andrà in porto, potrà essere esteso anche su altre linee critiche dal punto di vista della sicurezza.

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