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Il caso
01 Novembre 2025 - 07:18
Presentata giovedì scorso in commissione comunale come una proposta sperimentale e “ispirata” dall’inaugurazione di via Po - dopo circa due anni di lavori che l’avevano cantierizzata a macchia di leopardo - che aveva reso l’asse viario che collega piazza Castello con il ponte Vittorio Emanuele II “pedonale per un giorno”. Un sogno, forse, che Alleanza Verde Sinistra sta provando a far diventare realtà. A prima firma Avs, infatti, la proposta di mozione che vuole rendere la città «più vivibile, accessibile e fruibile, rimettendo al centro le persone, con benefici in termini di sicurezza urbana e salute, grazie alla riduzione di sinistri e collisioni, qualità dell’aria e maggiori opportunità per il commercio locale. Nonché migliorando i mezzi pubblici». L’aveva motivata così il proponente, consigliere dei Verdi Emanuele Busconi. Ma tra gli “addetti ai lavori?”
Nel mondo del commercio c’è chi è combattuto. Come Milena, che da tre anni gestisce il bar Via Trento, proprio su via Po 40, tra via Sant’Ottavio e via San Massimo. «Si limiterebbe in modo eccessivo il trasporto pubblico. Di qua (alla fermata tpl di Sant’Ottavio, ndr) non scenderebbe nessuno. Dopo due anni di lavori in cui non mi hanno fatto passare il tram ci schiaccerebbe». Su via Po da tre anni, di cui due di cantieri «in cui siamo sopravvissuti. Avevamo aperto da poco e poi i lavori: abbiamo perso un sacco di gente». Poi un po’ ci ripensa: «magari un week-end al mese», aggiunge.
La proposta, cui per il momento l’assessora alla Viabilità ha cautamente risposto con un «faremo lo studio viabilistico del caso», prevederebbe infatti una prima sperimentazione solamente nei weekend e garantendo il passaggio dei mezzi pubblici. «Può spaventare ma se vedo via Garibaldi che è un fiume di gente penso possa portare giovamento, tanto per il prezzo che hanno i parcheggi qua vicino la gente qui viene già a piedi», spiega Annachiara, titolare del Bar Gilda. Ricadute sul guadagno? «Non penso si possa andare peggio di quelle che ci sono già state», aggiunge.
Favorevole anche Davide Brivio, che guarda con positività la pedonalizzazione «penso possa dare un “lustro” alla via, altre realtà ne hanno tratto beneficio, come via Lagrange», spiega, anche se ammette, «Io sono arrivato dopo i cantieri, ma secondo me una prova sarebbe interessante».
Più critica, poco più avanti, la titolare del negozio di abbigliamento Acquaviva, Marta Bairati. «Mancano i mezzi pubblici e sono cari. Non ci sono posteggi. La pedonalizzazione secondo me complica tutti, senza contare il fatto che il rischio sarebbe la minor affluenza sotto ai portici», sottolinea.
“L’avvertimento” sui mezzi pubblici arriva anche da Federica Di Maio, giovane studentessa «se rendessero le zone limitrofe fruibili con i mezzi sarebbe una cosa fantastica».
Mentre il presidente dell’associazione di via Po Alessandro Chiales sostiene: «Può essere uno stimolo a una riflessione, sì, ma supportata da un progetto tecnico e poi a un confronto con i portatori di interesse», che, ammette, non c’è ancora stato.



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