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FESTA DELLA REPUBBLICA

Dall'alzabandiera alle "coccarde tricolore" del presidente Mattarella: ecco il 2 giugno di Torino

Tripudio in piazza Castello per l'inno di Mameli, poi, la consegna delle onorificenze assegnate dal Quirinale alla Scuola di Applicazione dell'Esercito

Torino ha celebrato il suo 2 giugno con la tradizionale cerimonia dell'alzabandiera in piazza Castello, affollata di cittadini che sono esplosi in un vero e proprio tripudio già alle prime note dell'inno di Mameli. Una festa di bandierine tricolore, sfilate di militari e forze dell'ordine che si è poi spostata alla Scuola di Applicazione dell'Esercito per la consegna delle onorificenze dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana.

Guarda come è andata a Roma:

«Cittadini che hanno fatto onore allo Stato»
In fondo all’Aula Magna della Scuola di Applicazione dell’Esercito, appena dietro autorità, militari e rappresentanti delle forze dell’ordine tutti in alta uniforme, siede un’altra ottantina di persone. Torinesi più o meno noti, ma anche tanti cittadini che «con il loro impegno civile hanno fatto onore allo Stato». Da oggi e per sempre, saranno Cavalieri di Gran Croce, Grandi Ufficiali, Ufficiali Commendatori e Cavalieri. Stanno per essere insigniti delle massime onorificenze della Repubblica Italiana assegnate dal presidente Sergio Mattarella e hanno preso posto tra i familiari di altri otto cittadini, militari e civili deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra nazifascista, che riceveranno le medaglie d'onore del presidente della Repubblica. Secondino Actis Perinetto, Luigi Caccavo, Pietro Demaria, Pericle Golini, Giueseppe Repetto, Giacinto Rezia, Giovanni Battista Vaglienti, Aldo Castagneri.

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Commozione e fierezza
In sala non c’è quasi nessuno che non abbia gli occhi lucidi, mentre i parenti che li accompagnano preparano smartphone e fotocamere per immortalare la consegna. Ci sono importanti dirigenti, presidenti di fondazioni e musei, mecenati, imprenditori, soldati, poliziotti, finanzieri e carabinieri. Ma anche tanti pensionati, insegnanti, medici e “semplici cittadini” che hanno speso la propria vita per il volontariato, ad esempio. Come Giuseppina Testa, 91 anni, che dedica medaglia e diploma «a tutte quelle persone che, a partire dalla Croce Rossa, offrono agli altri la propria vita». Altri che hanno speso ogni energia per la scuola, come Gerardo Francesco Alianiello, dirigente del Miur orgoglioso di rappresentare «quel “primo mattone” a fondamento della nostra società: l’istruzione». Con un bizzarro cilindro, invece, si è presentato il “cavallante” Giovanni Felice Gianotti da Ivrea, «fiero di avere ancora, alla mia età, i cavalli nel sangue». Dagli anni Sessanta, Gianotti, conduce i “carri da getto” e la carrozza con le reliquie di San Savino. E poi il comandante dei “civich” di Torino: l’avvocato Roberto Mangiardi, appena nominato Commendatore.

Merito e onore
«Il 2 giugno i prefetti non parlano, ma lo fa il presidente della Repubblica» aveva esordito, aprendo la cerimonia, il prefetto Raffaele Ruperto citando la lettera di auguri arrivata dal Quirinale. E i torinesi che il Capo di Stato ha voluto premiare con la coccarda tricolore corrispondono proprio ai quei «componenti della società civile che, insieme alle istituzioni, sanno affrontare e superare le sfide e le crisi», come scritto nel messaggio firmato da Sergio Mattarella. Alla cerimonia ha preso parte anche il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. «Il fatto che si svolga nel giorno in cui celebriamo la festa della Repubblica conferisce ancora maggiore importanza a questi riconoscimenti, che sono contemporaneamente premio e segno di responsabilità. Nel momento storico in cui ci troviamo, oltre che di parole e azioni, si sente forte il bisogno di esempi».

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