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L'ESPERTO

Ecco come si sarebbero salvati i 5 operai

Il docente del Politecnico Bruno Dalla Chiara: «I sistemi automatici non vedono le persone sui binari. Sarebbe stato utile il Gps»

Ecco come si sarebbero salvati i 5 operai

Una tragedia che si sarebbe potuta evitare. Errori di comunicazione a parte, si sarebbero potuti usare una maggiore tecnologia, come il Gps, in grado di garantire maggior sicurezza a chi lavora sui binari. A fare il punto sulla situazione è il docente di Trasporti e mobility manager del Politecnico, Bruno Dalla Chiara. «L’occupazione dei binari viene verificata su tutta la rete ferroviaria attraverso sistemi automatici che bloccano il treno, si tratta di pedali conta assi o circuiti di binario. Questi sistemi di controllo marcia-treno consentono al macchinista di non sbagliare perché anche se non vede i segnali il treno frena da solo. Si possono quindi evitare scontri fra treni in marcia in direzione opposte, ma - sottolinea - non viene rilevata la presenza di persone».

Il treno infatti si è fermato a un chilometro dal punto l’impatto uccidendo Kevin Laganà, Michale Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Aversa e Giuseppe Saverio Lombardo. Una strage che fa riflettere sulla necessità di introdurre nuovi sistemi di sicurezza «che al momento vengono però utilizzati soltanto quando la manutenzione viene effettuata in orario diurno» spiega Dalla Chiara: «Si tratta di Gps indossati dagli operai che segnalano la loro presenza sui binari e danno il segnale di non utilizzo della linea. Questo sistema - precisa - viene sperimentato sulla linea ferroviaria Trento-Malè. Ma se fosse stato utilizzato anche sulla Torino-Milano forse gli operai si sarebbero potuti salvare» fa presente il mobility manager.

Ci sono poi «tecnologie di controllo remoto basate sui sistemi volumetrici, come gli allarmi, che vengono utilizzate nei passaggi a livello».

La domanda sorge spontanea: come mai queste tecnologie non vengono ancora utilizzate a larga scala? «Nn spetta a me dirlo ma certo è che l’ente gestore della ferrovia dà prima l’autorizzazione iniziale alla società che si occupa della manutenzione e poi il via libera per occupare i binari. Ci sono quindi due livelli da superare. Inoltre di notte i treni non dovrebbero essere in transito, per questo vengono effettuate le manutenzioni prevalentemente in orario notturno». «In generale - evidenzia Dalla Chiara -, per ciò che concerne la sicurezza ferroviaria l'Italia è nel gruppo di testa in Europa ed è seconda soltanto al Giappone».

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