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La curiosità

La droga di Putin lanciata coi droni dentro il carcere di Torino

La denuncia del sindacato di polizia, che chiede l'intervento di Giorgia Meloni

La droga di Putin lanciata coi droni dentro il carcere di Torino

foto di repertorio

Mezzo chilo di hashish, cocaina e quattro telefoni cellulari lanciati dentro il carcere, forse con un drone: li hanno trovati gli agenti della polizia penitenziaria del Lorusso e Cutugno, che hanno anche dovuto "trattare" con due detenuti che per protesta si sono arrampicati sul muro del cortile: «Giorgia Meloni dichiari lo stato d'emergenza, serve un commissario straordinario per fermare lo sfascio delle nostre carceri» rilancia l'appello Leo Beneduci, segretario generale dell'Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria). 

Da tempo il sindacato denuncia aggressioni e altri problemi all'interno del penitenziario torinese. Ora segnala quello della droga, trovata già divisa in panetti con sopra una fotografia del presidente russo Vladimir Putin. Era fra il muro esterno e il cortile del carcere, nella cosiddetta "intercinta": lì gli agenti hanno trovato anche cocaina, due cellulari Nokia, due smartphone con caricabatterie e scheda Sim, oltre a venti pastiglie di Subutex, sostanza utilizzata per trattare la dipendenza da eroina.

Probabilmente è stato lanciato nella speranza di farlo arrivare nel campo sportivo interno o nei padiglioni detentivi. Oppure qualcuno ha usato un drone e ha sbagliato la mira: «Ormai le carcerisono diventate vere e proprie piazze di spaccio, dove i detenuti “spadroneggiano” e continuano a mantenere contatti illeciti con l’esterno grazie ai tanti telefoni cellulari» si sfoga ancora Beneduci.

Ieri, intanto, due detenuti stranieri si sono arrampicati sul muro dei cortili di passeggio: uno pretendeva di telefonare, l’altro chiedeva un posto di lavoro all’interno del carcere.

«Mai come in questo periodo viviamo un drammatico momento di completo abbandono - prosegue il segretario dell'Osapp - La Polizia penitenziaria si trova sempre più sola e in condizioni disumane, con grave mancanza di personale, strumenti e mezzi. Abbiamo chiesto a più riprese che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, proclami lo stato di emergenza e nomini un commissario straordinario per risolvere lo stato di totale sfascio di tutte le carceri italiane. L’incapacità e la mancanza di coraggio nell’affrontare i problemi da parte dei vertici dell’amministrazione penitenziaria, di cui il Governo dovrebbe valutare un avvicendamento».

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