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L'INCONTRO
02 Gennaio 2024 - 21:12
«Auspichiamo che alla fine del conflitto scatenato da Hamas nasca un mondo nuovo, che non sia basato sulla prepotenza e sul terrorismo, ma sulla giustizia, sul riconoscimento reciproco e sulla Pace». Sembra una presa di posizione chiara quella espressa, in occasione del concerto per la pace al Sermig, dai comitati “Interfedi” e “Noi siamo con voi” di cui fanno parte anche il rabbino capo della comunità ebraica di Torino, Ariel Finzi, e l’imam di Torino, Idris ‘Abd al-Razzaq Bergia, segretario generale della Coreis (comunità religiosa islamica) italiana, oltre a rappresentanti di Cristianesimo, Induismo e Buddismo.
Un’occasione di confronto tra comunità torinesi, che stanno assistendo con preoccupazione ciò che sta accadendo in Israele e Palestina. All’incontro erano presenti anche altri rappresentanti musulmani ed ebrei, tra cui il presidente della Comunità ebraica di Torino, Dario Disegni, e Younis Tawfik, presidente del Centro culturale italo-arabo Dar al-Hikma. Oltre ai presidenti dei comitati Giampiero Leo e l'ex sindaco di Torino, Valentino Castellani, l'assessora Gianna Pentenero e il consigliere dei Radicali in Comune, Silvio Viale.
L’impegno delle comunità è quello di sostenere alcuni principi comuni, come «l’importanza dell’educazione», e «il rifiuto della violenza in nome della religione». «Cogliamo questa importante occasione - si legge nel messaggio - per gridare al mondo che nessuna religione e nessun Dio potranno mai comandare all’uomo di uccidere altri esseri umani. E in modo altrettanto chiaro i leader delle religioni devono ribadire che non sono accettabili rapporti con le organizzazioni terroristiche».
Il rabbino Ariel Finzi
«Hamas - sottolinea il rabbino di Torino, Ariel Finzi - vuole cancellare il popolo ebraico, e Israele si deve difendere. Spero vivamente che anche i giovani prendano le distanze dai terroristi che stuprano, mutilano, decapitano e bruciando vivi donne, anziani e bambini».
«La comunità musulmana di Torino, formata da circa 50mila persone, è molto tranquilla ed equilibrata» spiega l’imam torinese Idris Bergia -, i sapienti dell’Islam non hanno mai predicato la violenza: la stessa “jihad” che significa “sforzo” viene male interpretata dai terroristi che non rappresentano in alcun modo il mondo islamico. In conseguenza di questo sostengo l’appello di Papa Francesco: “Auspico che tutti coloro che sono coinvolti possano raggiungere al più presto un nuovo accordo per il cessate il fuoco e trovare soluzioni diverse rispetto alle armi, provando a percorrere via coraggiose di pace”».
L'imam Idris Bergia
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