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CRISI SENZA FINE
07 Febbraio 2024 - 07:00
Le parole di Tavares non sono state vane: la crisi di Mirafiori, annunciata il giorno prima del milione di incentivi all'acquisto delle auto elettrice concessi dal governo, è diventata effettiva.
«Dal 13 febbraio finisce il doppio turno produttivo e si torna a quello unico, ciò significa che ci sarà un calo produttivo di circa il 30%» spiega Gianni Mannori, responsabile Fiom a Mirafiori: «Attualmente si producono ogni giorno 336 vetture, ma con un solo turno esteso caleranno a circa 220». Quindi si produrranno circa 120 auto in meno al giorno.
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UN TAVOLO CON MELONI E TAVARES
La situazione è molto critica, tanto che i segretari generali di Fim Fiom Uilm, Roberto Benaglia, Michele De Palma e Rocco Palombella, hanno inviato una richiesta di incontro alla presidente del consiglio, Giorgia Meloni, ai ministri Adolfo Urso ed Elvira Calderone e all’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, da svolgersi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri al fine di «aprire un tavolo di confronto puntuale sulla situazione degli stabilimenti italiani del gruppo e della rete di fornitura. E definire gli impegni futuri di Stellantis in Italia, il quadro delle missioni industriali per gli stabilimenti italiani e la loro messa in sicurezza sul piano dell’occupazione».
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LA PREOCCUPAZIONE DEI DELEGATI SINDACALI
Ieri in presidio davanti ai cancelli di Mirafiori c'erano i delegati sindacali delle varie sigle di rappresentanza: «Io arrivo dallo stabilimento di Grugliasco, ci hanno chiesto dei sacrifici ma ora la situazione è drammatica» si lamenta Chiara Montesano, delegata Fim Cisl. «Viviamo nell’incertezza e nella preoccupazione» sottolinea il collega Giovanni Comparetto che lavora in catena di montaggio della Maserati.
Le richieste sono sempre le stesse ma sembrano sempre cadere nel vuoto: «Qui a Mirafiori occorre produrre un nuovo modello che abbia un costo medio» evidenzia Gianluca Ridone, coordinatore Uilm per le carrozzerie di Mirafiori: «Abbiamo oltre 2.300 lavoratori in cassa, con il calo produttivo ci sarà un impatto economico negativo, chiediamo pertanto delle risposte da Stellantis». «Anche perché la 500 elettrica - aggiunge Maria Epifania - non basta a sostenere la produzione, è troppo cara per la classe media».
In attesa che l’elettrico prenda piede, intanto «i lavoratori sono nel panico dopo l’annuncio del prolungamento della cassa di un altro mese» spiega Lillo Taormina, operaio delegato Fismic: «Poco meno della metà degli operai che lavoravano sulla 500 elettrica dovranno essere reimpiegati, chi sul cambio elettrico e chi percepirà altra cassa integrazione. Mi auguro - sottolinea - che l’amministratore delegato e il governo smettano di litigare e trovino degli accordi sugli incentivi elettrici per sviluppare più produzione e lavoro a Mirafiori».
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