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IL CASO
22 Aprile 2024 - 23:42
Il segretario generale della Fondazione Crt, Andrea Varese, è stato ufficialmente estromesso dalla sua carica, durante la riunione del Cda nel quartier generale di via XX Settembre. Al suo posto la sua vice Annapaola Venezia che è stata nominata segretario generale ad interim della Fondazione. Una riunione ad alta tensione, iniziata alle 19 di stasera (alle 23 era ancora in corso), che lascia il presidente Fabrizio Palenzona, come uomo solo al comando, in minoranza.
L’accusa
Già lo scorso venerdì quattro consiglieri su sette (Davide Canavesio, Caterina Bima, Antonello Monti e Anna Maria Di Mascio) avevano chiesto la revoca di Verese. Al segretario generale i consiglieri imputano la segnalazione al Mef, con un documento firmato dallo stesso Palenzona, del “patto occulto” promosso dal consigliere di indirizzo Corrado Bonadeo, una sorta di bozza di accordo di consultazione tra consiglieri, rimasto solo sulla carta, per discutere in via preliminare le decisioni da assumere. Un atto considerato dovuto dai vertici dell'ente torinese, ma contestato da parte del cda, e che ha portato alle successive dimissioni di Bonadeo. Nel mirino ci sono anche investimenti non condivisi, come quello nelle vigne nell’Alessandrino e altri beni acquistati.
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A rimetterci è stato l’uomo che ha denunciato al Mef l’esistenza del documento: Andrea Varese, economista, manager Unicredit e grande esperto di rischi, con una lunga carriera come “Chief Risk Officer” presso la HypoVereinsbank. La sua sostituta è l'avvocato Venezia, vice segretario generale e responsabile dell’ufficio affari legali della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.

Le nomine
Sul tavolo anche le nomine dei vertici di Ogr, Ream ed Equiter, contese tra i vari consiglieri, pronti a farsi la guerra uno con l’altro. Ma soprattutto quelle di Cassa depositi e prestiti che dovrebbero essere spartite il 7 maggio quando il presidente dovrà indicare tre posti del consiglio di amministrazione di Cdp, proprietaria di mezza città. A rischio quindi, oltre all’equilibrio della Fondazione c’è anche quello della città di Torino, considerando l’ingente patrimonio da 2,5 miliardi raggiunto dall’ente nel 2023 e i 71 milioni di investimenti sul nostro capoluogo.
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Una questione politica
Un grande caos insomma, anche se il destino sembra c’entrare poco. Di certo Palenzona difficilmente troverà una sponda nella politica, considerando che, nel rinnovo dei vertici del consiglio di indirizzo della Fondazione Crt, sono stati esclusi i candidati del sindaco Lo Russo e il presidente della Regione: il presidente del Museo del Cinema, Enzo Ghigo, e Gianfranco Morgando, tra i fondatori del Pd. Già lo stesso Palenzona l’aveva spuntata a fatica sul più gradito e conciliate ex presidente Giovanni Quaglia. E ora che il consiglio ha fatto cadere l’uomo forte, il segretario Andrea Varese, il presidente potrebbe anche decidere di perseguire la strada delle dimissioni e sperare in un intervento del Mef che al momento non sembra essere interessato alla questione. Inspiegabile, almeno apparentemente il no deciso alle nomine indicate dai partiti, proprio lui che diceva: «Sono profondamente politico. Ho sempre pensato che la politica sia al centro. E se questo fa storcere il naso ai populisti, ai turbo-finanzieri, ai banchieri poco inclini a guardare un po’ più in là, verso la gente, mi importa assai poco». Il cda è proseguito fino a notte fonda, senza particolari e apparenti colpi di scena che, però, potrebbero avvenire già nella giornata di oggi.
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