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Corteo e scritte per protestare contro lo stupro. Ma per la polizia non c'è stato

Ecco cos'è successo ieri sera in centro: spintoni e accuse reciproche fra manifestanti e agenti

Corteo e scritte per protestare contro lo stupro. Ma per la polizia non è successo nulla

In 400 sono scese in strada per denunciare «l’ennesimo stupro» e accusare la polizia di non fare abbastanza per difendere le donne torinesi. Arrivando fino al commissariato Centro, «dove abbiamo subito altra violenza dagli agenti» rincarano la dose le promotrici del corteo di giovedì sera. «Sono loro che hanno preso d’assalto il commissariato con bastoni e manici di scopa», denuncia Eugenio Bravo, segretario generale del sindacato Siulp di Torino.

E’ la cronaca dei fatti di due sere fa e delle successive reazioni. Ma il punto di partenza è un fatto successo alle 3 di domenica notte: «Fra corso Palestro e via Cernaia una donna urlava di essere stata violentata - riporta una delle organizzatrici del corteo, Beatrice - E solo una ragazza è andata ad aiutarla».

La versione delle forze dell’ordine sull’episodio è diversa: la ragazza intervenuta ha chiamato il 112 per segnalare una violenza sessuale. Ma non c’era più quando è arrivata la volante. I poliziotti hanno trovato solo una coppia di senzatetto: la donna ha parlato di un litigio, poi li ha “cacciati via”. Forse ha ritrattato perché aveva paura, forse non è andata esattamente come sembrava in un primo momento. Fatto sta che non risultano denunce o violenze sessuali accertate: «Per noi non cambia nulla - insiste Beatrice - Ciò che conta è che gli stupri siano all’ordine del giorno, ce ne sono stati tanti e ce ne saranno ancora. Noi donne non abbiamo la sicurezza di girare per la città: per questo, quando abbiamo saputo di quell’episodio, ci siamo organizzate. Siamo un gruppo di ragazze che, in poco tempo, ha messo in piedi un corteo con 400 persone».

Si sono aggiunti collettivi, associazioni e e il movimento femminista NonUnaDiMeno: così, fra corso Palestro e via Cernaia, sono comparse scritte sulle serrande (“Vicinato complice”) e sull’asfalto (“Sorella, io ti credo”). Poi il corteo si è spostato verso piazza Castello e via Verdi, dove ha sede il commissariato Centro: le manifestanti hanno affisso dei manifesti e urlato slogan. «E abbiamo ricevuto altra violenza con i manganelli».


Bravo non ci sta: «Armate di bastoni e manici di scopa, hanno schiacciato gli agenti contro l’ingresso del commissariato. E loro hanno respinto la violenza con i soli scudi». Il segretario del Siulp parla di «assalto» e aggiunge: «La polizia è in prima linea contro le violenze sessuali: durante l’assalto degli anarchici davanti alla questura, un nostro collega è stato ferito mentre cercava di assicurare uno stupratore alla giustizia. E quelle ragazze non hanno detto nulla».

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