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30 Giugno 2024 - 10:55
Solo 50 agenti. Quando Roma ne avrà 221 (quindi più di quattro volte tanto), Napoli il doppio con 100 unità e Firenze e Milano ne riceveranno 74. A Torino, invece, ecco le briciole. A dispetto degli appelli fatti dalle istituzioni, dal sindaco Lo Russo e non solo. E dagli allarmi lanciati dai cittadini, non soltanto quelli delle periferie. Eppure il ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, nell’annunciare i nuovi operatori che in questi giorni prenderanno servizio nelle principali città italiane, a Torino ha lasciato poco o nulla: 50 persone in servizio tra poliziotti e carabinieri. Meno unità rispetto al capoluogo piemontese ne riceverà solo Reggio Calabria (30). «La sicurezza dei cittadini è la nostra priorità. Ecco perché abbiamo aumentato ancora il numero delle forze dell'ordine. Sono oltre 4.800, tra poliziotti e carabinieri, i nuovi operatori che in questi giorni stanno prendendo servizio in tutta Italia. Giovani donne e uomini in divisa che sono certo sapranno offrire un importante contributo al Paese», ha annunciato il capo del Viminale. «Nelle sole città metropolitane, al netto dei pensionamenti - ha aggiunto - arriveranno ben mille nuove unità in più». E come saranno distribuiti questi mille uomini? Il calcolo è presto fatto: 221 saranno assegnati a Roma, 100 a Napoli, 87 a Firenze e a Milano, 74 a Bari, 65 a Venezia, 45 a Bologna, 50 a Torino e 30 a Reggio Calabria.
Dunque la città della Mole è penultima in questa classifica. E pensare che solo pochi mesi fa, a novembre, durante il blitz con annesso sgombero di uno dei fortini dell’illegalità di Torino, la Gondrand, il sindaco Lo Russo presente sul posto aveva invitato il ministro Piantedosi a fare una “gita” a Torino. «Sono pronto ad accompagnare personalmente il ministro nelle zone più critiche di Torino, affinché si renda conto che abbiamo bisogno di più investimenti da parte dell’esecutivo». Pochi giorni dopo, al Comitato per l’ordine e la sicurezza del Viminale, Piantedosi aveva replicato così: «Entro fine 2023 Torino avrà una dotazione aggiuntiva netta di circa 240 unità tra le forze di polizia». Che poi erano effettivamente arrivate, come ammesso anche dal questore Vincenzo Ciarambino a margine della conferenza stampa di fine anno della polizia: «Gli agenti sono arrivati e a breve verranno assegnati ai rispettivi uffici».
Ma questo appunto succedeva l’anno scorso. Le cose ora sono cambiate, i dati del crimine non sono così confortanti come dimostrano gli aumenti soprattutto di episodi quali spaccate notturne nei negozi, danneggiamenti ai danni delle auto in sosta e rapine e furti commessi dalle baby-gang. E poi c’è la droga. Solo per tornare a Torino nord, sgomberata la Gondrand lo spaccio e il consumo si è spostato all’ex piscina Sempione. Cento metri più in là. Sempione che, come raccontato sulle pagine del nostro giornale, è stata sgomberata martedì ma ieri tossici e disperati erano tornati al loro posto. E poi c’è il crack, che non dilaga solo a Torino nord ma anche in altre zone come ad esempio San Salvario. «E’ un’epidemia», l’allarme lanciato pochi giorni fa, sempre dal sindaco Lo Russo. Ma nonostante Torino continui a respirare un clima di insicurezza, il governo ci darà appena una cinquantina di agenti. Forse un po pochini, a dispetto di quelli che sono i reali bisogni del capoluogo piemontese. Andrà meglio nelle località di mare. «Nelle maggiori località turistiche - ha detto Piantedosi - abbiamo previsto per l'estate un rinforzo di oltre 2mila operatori tra polizia, carabinieri e Guardia di finanza. Un aumento ottenuto grazie alle misure varate dal governo per garantire sempre maggiori condizioni di sicurezza a tutela dei nostri cittadini». Sicurezza e tutela che magari vorrebbero anche i torinesi. Che invece si ritroveranno 50 agenti.
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