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L'inchiesta
12 Luglio 2024 - 07:00
«Dottore, bisogna nascondere quei documenti». Ha detto più o meno così Carla Cantamessa, governante di "Casa Agnelli", dopo che la Guardia di Finanza ha citofonato alla villa di John Elkann in strada San Vito di Revigliasco. Era il 7 febbraio e all'altro capo del telefono c'era Gianluca Ferrero, storico commercialista della famiglia dell'Avvocato (oltre che attuale presidente della Juventus). Ma di cosa parlava la governante di Casa Agnelli nella telefonata intercettata dagli investigatori? E perché quei documenti andavano nascosti?
Finora le risposte a queste domande sono rimaste tra le pieghe dell'inchiesta in cui Ferrero è accusato di evasione fiscale e truffa ai danni dello Stato insieme a John, Lapo e Ginevra Elkann e a Urs von Grueningen, il notaio svizzero che ha redatto il testamento di Donna Marella Caracciolo, la vedova dell'Avvocato Gianni Agnelli. Perché è lì intorno che ruota l'indagine della Procura di Torino, che accusa i cinque indagati di aver nascosto al fisco le entrate della signora (nonna degli Elkann e mamma di Margherita Agnelli, autrice della denuncia e della "guerra" per l'eredità).
L'oggetto del contendere è aver fatto passare Donna Marella come residente in Svizzera mentre, negli ultimi anni della sua vita, stava la maggior parte dell'anno in Italia. E, come tale, soggetta alla tassazione italiana. Il problema è che, secondo quanto ricostruito dall'inchiesta, la presenza della vedova Agnelli veniva camuffata. Come? Uno dei modi erano le assunzioni "mirate" delle persone che erano al suo servizio, in modo che non emergesse che vivevano a Torino e dintorni. Ed erano proprio i documenti di quei dipendenti, stando a quanto trapela solo adesso dalle indagini, che Cantamessa voleva nascondere quando la Guardia di Finanza si è presentata a casa Elkann lo scorso febbraio.
Ma non ci è riuscita, tanto che quei "famigerati" atti sono stati recuperati e sequestrati: si tratta di faldoni relativi alla «gestione del personale amministrativo, sanitario e deputato alla cura delle abitazioni, cioè domestici, cuochi, autisti, governante, guardarobiera e maggiordomi» come si legge nel secondo decreto di sequestro della Procura. Tutti soggetti che «avrebbero assistito di fatto Marella Caracciolo ma sarebbero stati assunti formalmente da John Elkann proprio al fine di non compromettere la possibilità di sostenere che la defunta fosse effettivamente residente in Svizzera». Nel dettaglio, secondo quanto specificato anche nel capo d'imputazione, Elkann avrebbe «assunto in seno a Fca Security e a Stellantis Europa, dietro suggerimento del consulente fiscale Ferrero, assistenti e collaboratori che negli anni hanno prestato servizio a favore della nonna». Tutte accuse che avrebbero trovato conferma nei documenti che la governante sperava di nascondere e che invece sono stati trovati. E la sua telefonata a Ferrero, intercettata dagli investigatori, è considerata un'ulteriore conferma della frode.
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