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la polemica

Code in Val Susa per il Monte Bianco chiuso e i sindaci se la prendono con il prefetto

L'accusa: «Nessuna risposta dalla prefettura alla nostra richiesta di un incontro per trovare soluzioni al traffico al Frejus e sull'A32»

Code in Val Susa per il Monte Bianco chiuso e i sindaci se la prendono con il prefetto

Code in Val Susa per il Monte Bianco chiuso e i sindaci se la prendono con il prefetto

Lunghe code di Tir al traforo del Frejus e al casello di Salbertrand, dove Sitaf solitamente organizza un primo "filtro" facendo accostare i camionisti prima di permettere loro di proseguire verso la Francia man mano che si smaltisce la fila di chi attende di entrare nel tunnel.

La coda di mezzi pesanti, lunga alcuni chilometri, è ormai un panorama quasi quotidiano per chi percorre l'autostrada A32 Torino-Bardonecchia. La causa è, come era stato ampiamente preannunciato nei mesi scorsi, la programmata chiusura per lavori (che proseguirà ancora a lungo e sarà ripetuta nei prossimi anni) del Traforo del Monte Bianco, con la conseguente intensificazione del traffico da e per la Francia in Val di Susa.

Un problema che i sindaci della Valle vorrebbero affrontare con la prefettura, per cercare di individuare soluzioni che possano alleggerire almeno in parte il traffico sul loro territorio. «Purtroppo però - è l'attacco dell'Unione Montana Valle di Susa - le richieste avanzate per un incontro con la Prefettura di Torino non hanno ancora ricevuto risposta». Era il 4 settembre quando il presidente dell'Unione Montana Valle Susa, Pacifico Banchieri, e il presidente dell'Unione Montana Alta Valle Susa, Mauro Carena, avevano indirizzato una lettera ufficiale al Prefetto di Torino, Donato Cafagna, per sottolineare le difficoltà di circolazione lungo la Valle di Susa. «Criticità che si ripercuotono sull’utenza ordinaria e sul settore turistico, vitale per una significativa parte del territorio, ma anche sulla sicurezza e sull’ambiente, con conseguenti rischi per la salute dei cittadini già segnalati lo scorso anno».

Da allora però «il Prefetto di Torino non ha ancora fornito un riscontro, né convocato gli attori coinvolti per discutere possibili soluzioni. Il perdurare di questa situazione, aggravato dall’impossibilità di una riapertura del Monte Bianco prima di dicembre, rende necessario un immediato confronto tra le istituzioni per individuare misure di mitigazione». «Le Unioni montane - si sottolinea in una nota - sono disponibili per qualsiasi approfondimento e auspicano che le autorità competenti intervengano con urgenza per evitare ulteriori disagi e garantire la sicurezza della circolazione in un territorio già fortemente provato».

Nessun commento alle accuse dei sindaci è per ora arrivato dalla prefettura, da noi interpellata questa mattina.  

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