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MUSICA & CRIMINALITÀ
10 Ottobre 2024 - 07:30
Ronald Cirloaba, in arte Ronny 1312, durante le riprese di un video. Nel riquadro, fermo immagine di una canzone di 3R Abdo
Un sacchettino passa di mano in corso Regina Margherita, dove pochi secondi dopo un ragazzo passa fumando e cantando “fumo solo cioccolata”. Cambio scena e spunta un macchinone da cui scendono ragazzi incappucciati con pistole e mitra. Altro cambio, altro gruppo di volti nascosti a Porta Palazzo, Barriera di Milano, Superga: sembra il racconto di un fatto di cronaca fra spaccio e delinquenza, è il riassunto di alcuni dei video musicali che raccontano Torino attraverso immagini e canzoni di genere rap e trap. Ma spesso criminalità reale e criminalità cantata si sovrappongono: l’ultimo esempio è in corso Regina Margherita 162, il “palazzo dei pusher” che abbiamo descritto su queste pagine solo ieri.
Il palazzo dei rapper
A far notare quei video sono gli stessi abitanti del condominio a due passi dal Rondò della Forca, da anni in balia di spacciatori, abusivi e delinquenti (e con 600mila euro di crediti con gli abitanti morosi, di cui 400mila da versare alla Smat per le bollette dell'acqua). Ecco, quello che loro raccontano sembra corrispondere alle immagini che scorrono su YouTube per le canzoni di 3R Abdo, che a sentire i residenti abita proprio lì in corso Regina. In “Giro con la moto”, “Cuore nero” e “Marocchino in Italy” si vedono spaccio di droga, lancio di fuochi d’artificio, rapine con la pistola e vendette col mitra, tutte commesse da persone col passamontagna. Sempre davanti al condominio dei pusher o a pochi metri di distanza, al massimo a Porta Palazzo. O addirittura sopra, visto che ci sono pure immagini riprese da un drone.
Nei suoi video da decine di migliaia di visualizzazioni, 3R Abdo canta “fai uno squillo e ti mando un chilo” e “lavoro con la roba buona, arriva da Barcellona”. «In pratica queste canzoni inneggiano alla delinquenza e fanno crescere una generazione di giovani convinti che quella sia il modo per farsi strada a Torino» si sfogano i vicini del rapper. E pensare che, come detto, il caso di 3R Abdo e di corso Regina Margherita è solo uno di tanti.
Finzione o realtà?
A raccontare le periferie, fra delinquenza e senso di appartenenza, ci sono tanti altri rapper e trapper. Spesso con un passato di criminalità molto reale, senza arrivare a faide sanguinose come quelle avvenute in altre zone d’Italia: per esempio, a Torino è cresciuto Maip Diop, in arte Axell, cantante italo-senegalese di 24 anni che in più interviste ha ammesso di aver spacciato per mantenersi. O Ronny 1312 o El Serchia, “nomi di battaglia” di Ronald Cirloaba e Ali Bouchiba, uno cresciuto a Ivrea e l’altro a Torino, entrambi finiti in carcere per droga. O ancora di Lochito, rapper 19enne arrestato dalla polizia in via Nizza, vicino alla stazione di Porta Nuova: nel suo monolocale, a marzo, gli agenti hanno trovato del crack e hanno portato lui e i suoi amici in carcere (ma sono tornati in libertà nel giro di qualche giorno).
Nei brani di questi cantanti si parla di droga ma anche di lusso e fama, parole poi riportate in video dove si vedono mazzette di contanti, auto da decine di migliaia di euro, ville con piscina, ragazze ammiccanti. Quindi le canzoni rap e trap inneggiano alla violenza e alla delinquenza come modo per arricchirsi? Lo denunciano i residenti di corso Regina, è il timore di tanti genitori e psicologi. Ma non si può neanche fare l’equazione “trapper uguale delinquente”, come si è fatto in passato con altri generi musicali (dal rock al punk, fino al primo rap). Anche se i versi della canzoni e le immagini dei video sembrano la colonna sonora ideale per descrivere la realtà delle periferie torinesi.
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