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Il fatto

Saccheggiata la cittadella della Falchera, rubati (di nuovo) i giochi dei bimbi

Sciacalli nella sede della Nida, fresca di intitolazione alla piccola Bea

Saccheggiata la cittadella della Falchera

Saccheggiata la cittadella della Falchera

Appena intitolata alla piccola Bea l'area verde di via degli ulivi 11 a Falchera, casa della Cittadella dello Sport della Nida, è stata oggetto - nella giornata di sabato - di un vergognoso furto (non il primo, va detto).

L’area, dedicata ai bambini affetti da malattie rare e alle loro famiglie, è stata saccheggiata da ignoti che hanno portato via gazebo, sedie e attrezzature sportive, riducendo all’osso ciò che la Nida Onlus era riuscita a mettere a disposizione con tanto impegno.

La struttura, da pochi giorni intitolata alla memoria di Bea e Stefania, rispettivamente una bambina affetta da una rara malattia genetica nota come "bambina di pietra" e sua madre, entrambe scomparse, non è stata risparmiata dalla brutalità dei ladri. Il presidente della Onlus, Walter Galliano, ha espresso tutta la sua amarezza: «Tutto quello che si poteva rubare, l’hanno rubato».

La Nida prova a ripartire

Lo fa dopo il doppio furto che ha messo in ginocchio la nuova Cittadella di Falchera, nata per aiutare i ragazzini del quartiere.  «Ci hanno rubato tutto ciò che avevamo» ha raccontato il capitano della Nazionale, Walter Galliano. «Non ci hanno solo rubato l’attrezzatura - continua - ma mille sacrifici fatti per comprarla, ci hanno rubato la speranza, la fiducia e l’anima». Un grido d’allarme che a Torino non è certo passato inosservato. Da chi conosce quei ragazzi che hanno cancellato l’abbandono da quel campo distrutto e da chi, semplicemente, si è chiesto perché qualcuno volesse andare a rubare in un cantiere.

«In molti ci hanno contattato - aggiunge Galliano - ma io tengo a precisare che non vogliamo soldi da nessuno. Rubare alla Nida è come rubare a un bambino disabile e credo che non ci sia altro da aggiungere». In molti, però, si sono fatti avanti proponendo una colletta o donazioni per ricomprare gli attrezzi rubati. Una vera e propria gara di soldiarietà.

Restituire le chiavi?

Galliano non nasconde il peso delle difficoltà accumulate negli anni: «Ne abbiamo viste tante e subite di ogni colore, ma questo è davvero troppo. Ora mi chiedo se non sia il caso di restituire le chiavi di questo posto alla Città di Torino». Su Gofundme, intanto, è già attiva una raccolta fondi.

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