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Il giuramento a Washington
20 Gennaio 2025 - 22:10
Nella cornice solenne del cuore politico degli Stati Uniti, Donald Trump ha prestato giuramento come 47º presidente del Paese. Rispetto alla tradizione consolidata, che pone l'insediamento il 20 gennaio dopo le elezioni di novembre - una tradizione che risale quasi alla Frontiera, quando occorreva dare il tempo ai presidenti eletti di arrivare nella Capitale -, Trump ha assunto l'incarico tra le mura storiche di Washington D.C., un passaggio del testimone che, secoli fa, era scandito appunto dal lento viaggio necessario per approdare nella capitale. Un giuramento pronunciato sulla Bibbia appartenuta a Lincoln e su un'altra, dono della madre quando era ragazzo.
Nel periodo di transizione, Trump ha delineato la propria squadra di governo, preparandosi a una serie di misure significative che ha annunciato nel suo discorso inaugurale. "L'età dell'oro americana inizia adesso", ha dichiarato, promettendo che gli Stati Uniti riconquisteranno la loro posizione di rispetto globale. "Ogni singolo giorno della mia amministrazione metterò l'America davanti a tutto". Questo è il mantra di Trump, di fronte a un establishment che, a suo dire, ha deluso il popolo americano con inefficienze e scandali sia interni che internazionali.
Durante l'insediamento, Trump ha annunciato la firma immediata di decreti esecutivi considerati di "valore storico". Tra le sue priorità vi è la sicurezza dei confini, lanciando una nuova fase di controllo con il ritorno della politica Remain in Mexico. A cominciare dall'abolizione dello ius soli per i figli di irregolari sul territorio americano, in questo devastando la tradizione fondatrice degli USA: chi nasce in America è americano. Ha inoltre dichiarato l'emergenza energetica nazionale, puntando sulla massima espansione dell'estrazione di petrolio e gas, un passo che Trump vede come fondamentale per rafforzare le scorte nazionali e incoraggiare l'esportazione energetica.
In una mossa che ha rispolverato decisioni del passato, il presidente ha reso noto che gli Stati Uniti si ritireranno nuovamente dall'accordo di Parigi sul clima, accendendo il dibattito globale sui cambiamenti climatici. "Con me oggi finisce il Green Deal" ha anche detto, annunciando di fatto l'abolizione di ulteriori incentivi allo sviluppo dell'auto elettrica.
Trump ha poi preannunciato una guerra commerciale globale attraverso l'introduzione di dazi e tasse su altri paesi per sostenere un "External Revenues Service" e combattere l'inflazione record, promettendo infine di ricreare il tanto richiamato "Sogno Americano" tramite un nuovo dipartimento governativo guidato da Elon Musk, volto a riportare efficienza e innovazione.
Sul fronte internazionale, Trump ha esposto la volontà di cambiare il nome del Golfo del Messico in "Golfo d'America". Inoltre, ha espresso l'intenzione di rivedere il controllo americano sul Canale di Panama, attualmente influenzato dalla presenza cinese, suggerendo una nuova fase di geopolitica con l'obiettivo di proteggere i interessi nazionali degli Stati Uniti. E applauditissimo da Elon Musk ha annunciato "pianteremo la nostra bandiera su Marte".
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