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Eredità Agnelli, gli avvocati di Elkann in Procura: cosa sta succedendo?

John potrebbe cercare un patteggiamento e “chiudere la pratica” penale. Ma il processo civile...

Eredità Agnelli, gli avvocati di Elkann in Procura: cosa sta succedendo?

Foto LaPresse/Giulio Lapone

«Avanzamento lavori»: è l’unica frase che si lasciano scappare gli avvocati degli Elkann mentre escono dal tribunale di Torino. Ma perché i tre legali erano in Procura per incontrare i pubblici ministeri che accusano i nipoti dell’Avvocato Gianni Agnelli di frode fiscale e truffa ai danni dello Stato?

Per ora nessuna delle parti in causa risponde a questa domanda, anche perché il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i sostituti Mario Bendoni e Giulia Marchetti sono vicini alla chiusura dell’inchiesta sull’eredità di Agnelli e di sua moglie Marella Caracciolo. Ma qualche ipotesi si può fare, partendo da quanto emerso finora dalle indagini che scavano nell’impero miliardario.

Bisogna ricordare che gli Elkann hanno già cercato un accordo con l’Agenzia delle Entrate, cominciando a saldare una parte di quanto contestato: si tratta, a quanto risulta, di poco meno di 10 milioni di euro pagati in seguito a un processo verbale di constatazione emesso dall’Agenzia (la quale, però, calcola di doverne incassare oltre 100, di milioni).

Ora, alla luce di questa dimostrazione di “buona volontà”, non è escluso che i legali di John, Lapo e Ginevra provino a ottenere un accordo anche in ambito giudiziario. Magari un patteggiamento che permetta di chiudere in fretta e “onorevolmente” l’inchiesta, che resta una spada di Damocle importante per Elkann e le sue aziende: se il presidente di una multinazionale finisse a processo per truffa ai danni dello Stato, non sarebbe ben visto da governi, investitori e azionisti. Che potrebbero pure chiedergli un passo indietro.

Inoltre John e i suoi legali sperano di “salvarsi” dal secondo filone di inchiesta, quello che scava nei quadri, nei gioielli e soprattutto nella Dicembre, la cassaforte di famiglia che ne governa l’impero. E quindi, puntando sul precedente dell’evasione fiscale della Exor finita con un accordo, potrebbero limitare i danni e patteggiare per quanto pare ormai accertato, cioè la finta residenza svizzera di Donna Marella. E di conseguenza la truffa e l’evasione fiscale contestate ai tre nipoti Elkann, al notaio Urs Von Grueningen e al commercialista di fiducia, Gianluca Ferrero.

Ma c’è un altro problema: se venisse accertata quell’accusa, verrebbe meno il patto successorio che Marella e la figlia Margherita hanno stipulato alla morte dell’Avvocato (che non è valido in Italia). Cioè quanto c’è in discussione nel processo civile, di cui si è tenuta un’udienza proprio mercoledì: lì le parti sono al “muro contro muro”, con una montagna di memorie presentate da entrambe le parti. Ma, con la residenza italiana di Marella, si riaprirebbe tutto: tornerebbe a valere la “legittima” e quindi Margherita Agnelli si ritroverebbe titolare della maggioranza relativa della Dicembre. E a quel punto suo figlio si ritroverebbe costretto a trattare anche con lei per ritornare in possesso della cassaforte di famiglia.

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