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La decisione

Caso Mare Jonio: rinviato a giudizio l’equipaggio per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Ragusa ha disposto il rinvio per tutti gli imputati coinvolti nel caso

Caso Mare Jonio

Nave umanitaria della piattaforma Mediterranea Saving Humans

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Ragusa, Eleonora Schininnà, ha disposto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati coinvolti nel caso legato alla nave umanitaria Mare Jonio. Gli accusati dovranno rispondere del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravato dalla presunta finalità di profitto. Il processo inizierà il 21 ottobre 2025 e si terrà davanti al collegio B del Tribunale di Ragusa.

Tra gli imputati figurano il comandante Pietro Marrone, Alessandra Metz – rappresentante legale della società armatrice Idra Social ShippingGiuseppe Caccia, vicepresidente del consiglio di amministrazione della stessa società e capo spedizione della missione, Luca Casarini, fondatore della piattaforma Mediterranea Saving Humans, e tre membri dell’equipaggio: il medico Agnese Colpani, il soccorritore Fabrizio Gatti e il tecnico di bordo Geogios Apostolopoulos.

L’inchiesta ha preso avvio nel 2020, dopo un’operazione di trasbordo avvenuta nel Mar Mediterraneo. Il 12 settembre di quell’anno, la nave Etienne Maersk, cargo battente bandiera danese, dopo settimane in attesa di un porto sicuro, ha trasferito 27 migranti alla Mare Jonio, nave umanitaria operata da Mediterranea Saving Humans. Il successivo sbarco è avvenuto nel porto di Pozzallo (Ragusa).

A novembre dello stesso anno, la compagnia danese ha effettuato un pagamento di 125.000 euro alla società armatrice italiana, somma che secondo l’accusa costituirebbe il motivo dell’aggravante legata al profitto economico. Le autorità giudiziarie ritengono che questo trasferimento finanziario possa configurare un vantaggio economico in cambio del trasbordo dei migranti.

Luca Casarini ha contestato l’impianto accusatorio, sostenendo che le azioni compiute dalla nave Mare Jonio rientrano nel dovere di soccorso in mare sancito dal diritto internazionale. “Abbiamo aiutato 27 persone rimaste in mare per 38 giorni. Questo processo sarà l’occasione per chiedere conto delle responsabilità istituzionali sull’omissione di soccorso”, ha dichiarato.

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