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Lavoro & crisi
06 Giugno 2025 - 16:35
Il mercato del lavoro in Italia sta cambiando molto a causa della tecnologia, dei cambiamenti nella popolazione e della digitalizzazione. Secondo il rapporto “Laureati e lavoro 2024” di Excelsior Unioncamere, alcune professioni stanno scomparendo mentre altre stanno cambiando o nascendo.
Calo della domanda di laureati
Nel 2024, le aziende prevedono di assumere 691 mila persone, cioè il 10% in meno rispetto all’anno prima. Questo è un cambiamento rispetto agli anni dopo la pandemia, quando le assunzioni erano aumentate. Alcuni settori, come la scuola privata e il commercio, stanno assumendo meno laureati.
Professioni in calo
Alcune figure professionali sono sempre meno richieste:
tecnici programmatori (-47,7%)
insegnanti nella formazione professionale (-13,2%)
docenti delle scuole superiori (-13,9%)
farmacisti (-17%)
ingegneri civili (-19,3%)
Questa riduzione non è solo perché ci sono troppi candidati, ma anche perché le aziende cercano professioni diverse, più legate alla tecnologia e all’automazione.
Professioni in crescita
Al contrario, stanno aumentando le richieste per:
esperti legali nelle aziende (+31,9%)
specialisti in economia (+15,4%)
tecnici meccanici (+14,1%)
esperti nella gestione e nel controllo d’impresa (+13,4%)
Le difficoltà delle imprese
Le aziende trovano sempre più difficile trovare persone con competenze specializzate, soprattutto nel digitale, nell’ingegneria e nella medicina. Alcune figure come ingegneri dell’informazione, analisti dati e programmatori sono molto richieste e difficili da trovare. Al contrario, alcune professioni tradizionali soffrono perché i candidati non hanno competenze aggiornate o esperienza pratica.
Professioni che cambiano
Alcuni lavori non spariscono, ma cambiano. Per esempio, gli insegnanti sono sempre richiesti, ma ora devono saper usare la didattica digitale e occuparsi di inclusione e sostenibilità. Anche i tecnici amministrativi devono imparare a gestire progetti, usare contabilità digitale e rispettare le leggi. Le aziende preferiscono persone che possono fare più cose e che si aggiornano sempre.
Pochi laureati in Italia
Un problema importante è che in Italia pochi giovani si laureano: solo il 30,6% tra i 25 e i 34 anni, mentre in Europa la media è del 43,1%. Questo rende più difficile soddisfare la domanda di lavoro, soprattutto in settori tecnologici e legati all’ambiente.
Spariscono anche alcune professioni manuali
Molti lavori manuali e tecnici, come fabbri, elettricisti, cuochi e artigiani, stanno diventando sempre più rari. Questo succede anche perché la scuola non dà molta importanza a queste professioni. Così si perde un patrimonio di competenze e aumenta la disoccupazione giovanile, anche se ci sono posti di lavoro disponibili.
Il ruolo della scuola
La scuola italiana non aiuta abbastanza a formare le competenze richieste dal lavoro. È importante cambiare l’offerta formativa per valorizzare i mestieri tecnici e manuali e creare percorsi di studio più vicini alle esigenze delle imprese.
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