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G7 in Canada, focus su Ucraina e Medio Oriente: nuove sanzioni contro Mosca e preoccupazioni sul programma nucleare iraniano

Zelensky: maggiore pressione su Mosca. I leader ribadiscono il diritto di Israele a difendersi ed evitare che l’Iran ottenga armi nucleari

G7 in Canada, focus su Ucraina e Medio Oriente

Conferenza leader G7

Si è conclusa in Canada l’ultima giornata del vertice G7, ospitato al Pomeroy Kananaskis Mountain Lodge, con l'intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e con i riflettori puntati anche sulla situazione in Medio Oriente. I leader di Germania, Francia, Italia, Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Giappone sono stati affiancati da rappresentanti di Paesi invitati tra cui India, Brasile, Corea del Sud, Messico, Australia e Sudafrica.

Il presidente Zelensky ha chiesto un maggiore impegno politico e militare da parte dei Paesi del G7, dichiarando che Kyiv è disponibile a negoziati per un cessate il fuoco “incondizionato”, a patto che si eserciti pressione diplomatica su Mosca. Il Canada ha annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, insieme a 2 miliardi di dollari in aiuti militari. Il Regno Unito ha colpito entità legate alla cosiddetta “flotta fantasma” russa, accusata di aggirare le sanzioni internazionali. Secondo il premier britannico Keir Starmer, l’obiettivo è aumentare la pressione economica sul Cremlino per spingerlo verso una soluzione negoziata del conflitto.

Il conflitto tra Israele e Iran ha dominato l’agenda. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha definito le operazioni militari israeliane “un lavoro sporco fatto anche per conto degli altri”, in riferimento agli attacchi contro infrastrutture iraniane. I leader del G7 hanno approvato una dichiarazione comune in cui ribadiscono il diritto di Israele all’autodifesa e affermano che l’Iran “non deve mai acquisire un’arma nucleare”. La premier italiana Giorgia Meloni ha sottolineato che l’obiettivo condiviso è evitare che Teheran diventi una potenza nucleare e ha confermato l'impegno a favore di una tregua nella Striscia di Gaza.

L’assenza del presidente Donald Trump dall’incontro bilaterale con Zelensky, causata da un rientro anticipato a Washington, ha sollevato polemiche. Trump ha smentito che la sua partenza fosse collegata a un piano per mediare tra Israele e Iran, respingendo le affermazioni del presidente francese Emmanuel Macron. Secondo fonti canadesi, gli Stati Uniti avrebbero anche ostacolato una dichiarazione più esplicita del G7 contro la Russia, chiedendo toni più concilianti.

In risposta alla dichiarazione finale del vertice, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Esmail Baghaei ha respinto le accuse rivolte a Teheran, definendo Israele “l’aggressore” e accusando il G7 di ignorare le vittime civili e la distruzione provocata dagli attacchi israeliani. L’Iran ha anche sollecitato i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU a rispettare gli obblighi previsti dalla Carta delle Nazioni Unite.

Prima di lasciare il summit, Trump ha avuto un breve colloquio informale con Meloni. Secondo quanto riferito da Palazzo Chigi, l’incontro ha confermato la necessità di riattivare canali diplomatici sulla crisi iraniana e di sostenere gli sforzi per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. La premier ha sottolineato inoltre la convergenza all'interno del G7 sulla necessità di sostenere l'Ucraina sia militarmente che politicamente.

Il G7 si chiude quindi con impegni multilaterali in materia di sicurezza globale, contenimento delle minacce nucleari e pressione diplomatica su Russia e Iran, pur tra divergenze interne su tempi e modalità dell’azione congiunta.

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