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Salute & Benessere
07 Luglio 2025 - 13:40
Un nuovo approccio tecnologico nella medicina riproduttiva ha permesso a una coppia di avviare una gravidanza dopo 18 anni di tentativi
Un nuovo approccio tecnologico nella medicina riproduttiva ha permesso a una coppia di avviare una gravidanza dopo 18 anni di tentativi. L’uomo era affetto da azoospermia, una condizione che comporta l’assenza di spermatozoi rilevabili nel liquido seminale. Il caso è stato gestito dal Columbia University Fertility Center (Stati Uniti) con l’impiego del sistema STAR, una metodologia sperimentale che integra Intelligenza Artificiale, imaging ad alta velocità e robotica.
Il metodo è stato descritto in un approfondimento a cura dell’università statunitense e riportato dalla CNN. Secondo quanto reso noto, si tratta della prima gravidanza documentata ottenuta tramite questa procedura. Il parto è previsto per dicembre 2025. Sebbene il protocollo sia ancora in fase sperimentale, il risultato rappresenta un potenziale punto di svolta nel trattamento dell’infertilità maschile.
Il sistema STAR (acronimo non esplicitato ufficialmente) impiega una piattaforma tecnologica avanzata che consente di analizzare campioni di liquido seminale in modo molto più preciso rispetto agli strumenti convenzionali. Attraverso l’uso di Intelligenza Artificiale e tecniche di imaging ad alta risoluzione, il sistema è in grado di individuare anche singoli spermatozoi presenti in quantità trascurabili, invisibili a un’osservazione manuale standard.
Una volta identificati, gli spermatozoi vengono recuperati tramite microstrumentazione robotica, senza ricorso a sostanze chimiche o tecniche invasive come laser o trattamenti termici. In questo caso, i ricercatori sono riusciti a isolare tre spermatozoi vitali, successivamente utilizzati per una procedura di fecondazione in vitro (FIV) con gli ovuli della donna.
L’azoospermia, che colpisce circa l’1% della popolazione maschile e rappresenta il 10-15% dei casi di infertilità maschile, è spesso difficile da trattare. Le opzioni convenzionali includono tecniche di estrazione chirurgica degli spermatozoi direttamente dai testicoli, ma non sempre portano a risultati. La possibilità di utilizzare una tecnologia non invasiva e automatizzata potrebbe rappresentare un’alternativa più sicura e meno costosa in futuro.
Il metodo STAR, attualmente in fase di validazione clinica, sarà oggetto di ulteriori studi per verificare l’efficacia su un campione più ampio e in diversi scenari patologici. Se confermato, potrà contribuire a ridefinire i protocolli di trattamento per l’infertilità maschile severa, estendendo l’accesso alla fecondazione assistita a pazienti per i quali oggi non esistono soluzioni efficaci.
L’applicazione dell’Intelligenza Artificiale in ambito medico continua a espandersi, e il caso della Columbia University dimostra come l’integrazione tra robotica, algoritmi avanzati e imaging digitale possa aprire nuovi percorsi nel campo della procreazione medicalmente assistita. Sebbene il metodo STAR sia ancora in fase sperimentale, la sua prima applicazione clinica positiva rappresenta un passo rilevante per la ricerca scientifica e per il futuro delle terapie contro l’infertilità.
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