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Gaffe internazionali

Trump si complimenta con il presidente della Liberia per il suo "bellissimo inglese"... lingua ufficiale del suo paese

I complimenti fuori luogo al presidente liberiano svelano, ancora una volta, ignoranza storica e stereotipi

Trump si complimenta con il presidente della Liberia per il suo "bellissimo inglese"... lingua ufficiale del suo paese

Che Donald Trump non sia famoso per il suo tatto diplomatico è cosa nota. Ma il presidente degli Stati Uniti ha forse superato sé stesso durante un incontro ufficiale con alcuni capi di Stato dell’Africa occidentale, tra cui il presidente liberiano Joseph Boakai.

Dopo aver ascoltato il suo discorso — pronunciato, ovviamente, in inglese fluente — Trump ha pensato bene di complimentarsi con queste parole: “Che bell’inglese. Dove ha imparato a parlarlo così bene?”. Boakai, con tutta la compostezza del caso, ha risposto con calma: “In Liberia”. Trump, non pago, ha rincarato la dose: “È davvero un inglese bellissimo. Ho persone a questo tavolo che non parlano neanche lontanamente così bene.”

Peccato che l'inglese sia la lingua ufficiale della Liberia.

Breaking news: in Liberia si parla inglese (da sempre)

Il commento è stato subito bollato come l’ennesima gaffe diplomatica: l’inglese è infatti la lingua ufficiale della Liberia, paese fondato nel XIX secolo da ex schiavi liberati provenienti proprio dagli Stati Uniti. Non solo: è la lingua dell’amministrazione, dell’istruzione e dei media.

Molti osservatori hanno letto nella frase di Trump un misto di ignoranza storica e condiscendenza, reso ancor più fuori luogo dal contesto formale e dal fatto che si trattava di un leader africano.

Reazioni tra imbarazzo e indignazione

L’episodio ha rapidamente fatto il giro dei social, tra meme, commenti ironici e sguardi perplessi. In molti lo hanno definito un esempio perfetto di “complimento coloniale”: apparentemente gentile, ma intriso di pregiudizio.

La deputata democratica Jasmine Crockett ha sintetizzato così il pensiero di molti: “L’apice dell’ignoranza”.

Un giornalista americano ha commentato sarcasticamente: “E meno male che non gli ha chiesto se ha imparato l’inglese guardando la CNN”.

La ministra degli Esteri liberiana, Sara Beysolow Nyanti, ha scelto invece la via della diplomazia, minimizzando l’accaduto e affermando che il presidente Boakai non si è offeso e ha preso il commento con leggerezza”.

Sui social, molti utenti hanno comunque sottolineato il tono infelice del “complimento”, definendolo una forma di “razzismo soft” o di “paternalismo coloniale”.

Diplomazia creativa, made in Trump

Il presidente Boakai, da parte sua, ha mantenuto un notevole sangue freddo, evitando polemiche o reazioni ufficiali, e ha definito la frase di Trump “un’uscita detta in spirito amichevole.

Non è la prima volta che Donald Trump viene criticato per uscite del genere. Già in passato aveva lodato l’“eccellente inglese” di rappresentanti di paesi dove l’inglese è lingua ufficiale, come India, Kenya o Singapore.

Quando la retorica si dimentica del mondo

L’episodio arriva proprio mentre Trump tenta di rilanciare i rapporti economici con i paesi africani, cercando di spostare l’attenzione dagli aiuti allo sviluppo agli scambi commerciali.

Ma se la diplomazia è un’arte fatta di sfumature e conoscenza, il presidente sembra ancora convinto che basti un microfono acceso e una battuta fuori luogo per “fare politica estera”.

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