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Ad Harvard si cercano gli alieni con l'aiuto dell'intelligenza artificiale

Creato un osservatorio pubblico per monitorare 24 ore su 24 il cielo alla ricerca di fenomeni non identificati

Ad Harvard si cercano gli alieni con l'aiuto dell'intelligenza artificiale

Foto: Galileo Project, Harvard University

Riconoscere automaticamente ciò che vola sopra le nostre teste è più complesso di quanto sembri, specialmente se si cercano fenomeni sconosciuti. È questa la missione del Galileo Project, nato all’università di Harvard per analizzare scientificamente i cosiddetti UFO (oggi denominati UAP) con l’aiuto dell’intelligenza artificiale.

Fondato dall’astrofisico Avi Loeb, celebre per aver avanzato l’ipotesi della possibile origine artificiale dell’oggetto interstellare ‘Oumuamua, il progetto ha creato un osservatorio dotato di sensori avanzati (telecamere HD, infrarossi, sensori radio e magnetici) capaci di generare milioni di immagini. Questi dati vengono elaborati tramite algoritmi addestrati in modo innovativo: anziché cercare direttamente gli UFO, l’AI impara prima a identificare ed escludere ciò che è noto, come uccelli, droni e satelliti, per evidenziare eventuali anomalie.

La fisica Laura Dominé è impegnata nel creare dataset affidabili, essenziali per la precisione degli algoritmi. L’obiettivo è una rete globale di osservatori simili, mentre negli USA rischiano il taglio dei fondi i programmi governativi come AARO. Così, Harvard potrebbe diventare il principale riferimento scientifico mondiale nella ricerca sugli UFO.

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