Cerca

Il caso

Un sovraffollamento da record nelle carceri piemontesi: a Torino ci sono 450 detenuti di troppo

Stessi problemi pure a Ivrea, con 300 persone in cella mentre i posti sarebbero solo 200

Un sovraffollamento da record nelle carceri:  a Torino ci sono 450 detenuti di troppo

Un altro uomo si è tolto la vita dietro le sbarre. È successo di nuovo nel carcere torinese Lorusso e Cutugno, dove la lista dei suicidi si allunga senza che nessuno sembri più stupirsi davvero.

Emilia Rossi

«Succede ciò che succedeva anche lo scorso anno», commenta amaramente Emilia Rossi, ex Garante nazionale delle persone private della libertà. Il sistema carcerario piemontese è in affanno. Secondo i dati diffusi a luglio dal Ministero della Giustizia e dalle associazioni del settore, il sovraffollamento medio in Italia è del 120%. Ma il Piemonte fa peggio. A Ivrea, a fronte di 200 posti regolari, i detenuti sono circa 300: 150% di affollamento. Peggio ancora Torino, dove nella casa circondariale di via Maria Adelaide Aglietta (ex Vallette), si contano oltre 450 persone in più rispetto alla capienza regolamentare. Il tasso supera il 125%.«Il carcere è saturo – aggiunge Rossi –. Non si riesce più a lavorare, nemmeno per chi dovrebbe garantire supporto e assistenza: agenti penitenziari, psicologi, educatori. Tutto è al collasso».


Le proposte non sono mancate, ma a oggi nulla di concreto è stato fatto. In queste ore, un segnale arriva da Ignazio La Russa, presidente del Senato, che ha manifestato attenzione verso la questione carceraria. Un interesse che, secondo Rossi, si deve anche al ruolo di Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma ed ex ministro, oggi detenuto nella capitale, carcere di Rebibbia, l’ennesimo esempio di una situazione fuori controllo: 1.171 posti disponibili, ma 1.578 detenuti presenti. Ed è in quella realtà che Alemanno ha scelto – almeno in parte – di non voltarsi dall’altra parte. «Sta dando voce a chi in carcere non ha privilegi» contirua Rossi «A chi, uscito da lì, troverà soltanto più solitudine».
Poi l’affondo: «Il carcere, finché non lo si vede da dentro, non lo si capisce. La Russa ha capito. Tutti i parlamentari dovrebbero entrare nelle carceri, vedere, ascoltare. Se nemmeno la seconda carica dello Stato e una lunga lista di suicidi – tra detenuti e agenti – bastano a cambiare le cose, allora non so più cosa possa farlo».

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.