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Truffe sui bonifici: ecco le più diffuse e come proteggersi

Dai falsi rimborsi al phishing bancario alla frode del “finto Ceo”: i sei raggiri più comuni e le regole per evitare di cadere nelle trappole

Truffe sui bonifici: ecco le più diffuse e come proteggersi

I bonifici bancari sono oggi uno degli strumenti di pagamento più usati in Italia per acquisti online e transazioni commerciali. Ma insieme alla comodità cresce anche il rischio di frodi informatiche. L’Unione Nazionale Consumatori (Unc) e Cbi, hub per l’innovazione nei servizi finanziari, hanno identificato le truffe più diffuse e spiegato cosa cambierà con le nuove regole sulla sicurezza bancaria.

Truffe in aumento: il quadro attuale

Il numero di frodi sui bonifici è in costante crescita, con perdite economiche rilevanti sia per i consumatori che per le aziende. I truffatori online sfruttano tecniche sempre più sofisticate: da falsi annunci di vendita a phishing bancario, fino a manomissione di fatture. Ecco i sei raggiri più comuni.

1. Il bonifico fantasma

Molto diffuso nelle vendite tra privati su marketplace. Il falso acquirente mostra la ricevuta di un bonifico ordinato, ma mai eseguito, e pretende la spedizione immediata. Il pagamento viene poi annullato.
Come difendersi: spedire solo dopo aver verificato l’accredito effettivo sul conto ed evitare chi insiste per avere tempi troppo rapidi.

2. Il falso fornitore

Arriva una e-mail contraffatta che comunica un cambio di Iban. In realtà i criminali hanno intercettato la corrispondenza e inserito coordinate bancarie fasulle. Una volta eseguito il pagamento, il denaro è irrecuperabile.
Come proteggersi: verificare sempre i cambi di coordinate con una telefonata diretta al fornitore.

3. Phishing bancario

Un sms truffa o una mail fraudolenta segnala attività sospette sul conto e invita a cliccare un link che porta a un sito falso della banca. Inserendo le credenziali, l’utente consegna l’accesso ai truffatori.
Difesa: non cliccare mai su link sospetti, controllare l’URL e accedere sempre digitando manualmente l’indirizzo della banca.

4. Il rimborso inesistente

Un messaggio ingannevole, firmato da un presunto ente pubblico o dall’Agenzia delle Entrate, promette un rimborso previo pagamento di una piccola somma a titolo di “spese di gestione”.
Consiglio: nessun ente chiede bonifici per rimborsare denaro; in caso di dubbio, contattare direttamente l’ente ufficiale.

5. La manomissione dell’Iban

Con l’aiuto di malware o attacchi informatici, i criminali modificano gli Iban riportati in una fattura elettronica o in una mail. Il pagamento viene così indirizzato verso conti fraudolenti.
Prevenzione: mantenere sempre aggiornato l’antivirus, verificare gli Iban dei fornitori abituali e diffidare dei cambi improvvisi.

6. La frode del finto Ceo

Detta anche business e-mail compromise. Il dipendente riceve un messaggio che sembra provenire da un dirigente o presidente dell’azienda, con la richiesta urgente di un bonifico. La pressione gerarchica induce spesso a eseguire l’ordine.
Soluzione: stabilire procedure aziendali chiare, confermare sempre telefonicamente richieste sospette e formare il personale.

Cinque regole d’oro per difendersi

  1. Non lasciarsi condizionare dall’urgenza.

  2. Usare sempre un canale alternativo (telefono, incontro diretto) per verificare.

  3. Non fidarsi delle e-mail anche se sembrano autentiche.

  4. Aggiornare costantemente antivirus e sistemi operativi.

  5. In caso di dubbio, aspettare: meglio perdere un affare che subire una frode.

Dal 9 ottobre 2025: la nuova verifica del beneficiario

Arriva il sistema Vop – Verification of Payee, che renderà i bonifici istantanei più sicuri. Quando si inserisce l’Iban, la banca controllerà se corrisponde al beneficiario indicato. In caso di incongruenze, l’utente riceverà un avviso.
Un passo avanti fondamentale per aumentare la sicurezza dei pagamenti digitali.

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