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Politica & Industria

La verità (scomoda) su Mirafiori: mezza fabbrica non viene usata. "Ma a Elkann non interessa"

"Processato" dalla Fiom sulla politica industriale, il sindaco Lo Russo svela la sua idea per reindustrializzare l'area

La verità (scomoda) su Mirafiori: mezza fabbrica non viene usata. "Ma a Elkann non interessa"

Dal "mancato dialogo" ai costi del mercato immobiliare, passando per i trasporti, è stato quasi un "processo" quello che Stefano Lo Russo ha affrontato alla festa della Fiom, nell'ex Cartiera di via Fossano. Con al centro, però, un elemento chiave: quello di industriale. E con esso, le promesse di Stellantis. Su cui il sindaco di Torino ha svelato - per così dire - un elemento nuovo, che coinvolge direttamente le scelte di John Elkann per Mirafiori (e tutta Torino).

Nel dibattito moderato dal collega Carmine Festa, sia da Edi Lazzi, segretario Fiom, sia da Gianni Bellono della Cgil, sono arrivati spunti e critiche sulla politica di Torino dove, come è stato ricordato, "due operai su tre sono in regime di cassa integrazione"  e "Negli ultimi quindici anni abbiamo assistito all’armageddon del lavoro". Una città che si impoverisce mentre, magari, cresce il mercato immobiliare, trainato dai prezzi. E proprio la "reimmobiliarizzazione" - come vedremo - ha molto a che vedere con l'intreccio Stellantis-Mirafiori-Comune

Lo Russo ha affrontato il problema automotive partendo dalla Cina, dai mercati e persino da una politica di sussidi che favorisce le industrie negli USA: ha sì citato i dazi di Trump, ma a sentirlo parlare pareva accennasse a politiche consolidate, mentre da sempre il potente sindacato UAW ribadisce - da Obama in poi - la disattenzione totale al settore. E qui, peraltro, Stellantis ha lasciato giù pesanti quote di mercato.

Il paragone è comunque servito al sindaco per criticare la politica europea sull'auto - è ufficiale: si stanno svegliando tutti dalla sbornia Green Deal ed elettrificazione - e anche quella del governo Meloni. Ma la domanda nell'ex Cartiera riguardava la politica locale, quel "patto" che Comune e Regione parevano aver stretto con Stellantis. "Si può dire che il tuo ente non abbia grandi poteri a livello di politica industriale - ha detto Edi Lazzi - ma su certe cose devi farti sentire, gridare". 

La concordia istituzionale, è stato ricordato, ha portato a Torino la produzione della Fiat 500 Ibrida - nonostante un clamoroso retroscena "politico" ed economico che vi racconteremo a parte -, con la promessa di 100.000 auto l'anno. Che non bastano, per i sindacati: "Serve il secondo modello". E poi c'è in ballo tutta una vasta area di Mirafiori - a parte quella TNE, storia di un altro infelice accordo - non utilizzata: circa un milione e mezzo di metri quadri. Stellantis aveva presentato il piano Mirafiori Automotive Park 2030, con campus, laboratori e produzione full electric. Da Tavares a Filosa, ora che ne sarà? 

Da qui l'idea di pensare a quelle aree come zone da reindustrializzare o "reimmobiliarizzare", destinare ad altri usi, attirando altri investitori, soggetti economici, si immagina. "Serve la leva urbanistica" ha detto Lazzi. E qui, fra gli altri temi, Stefano Lo Russo ha detto chiaramente: poteva esserci una proposta per quelle aree. "È la prima volta che lo sento" commenta Bellono. "Abbiamo detto - le parole del sindaco -: il Comune c'è, è disponibile. Ma Stellantis non ha interesse" a questo aspetto per Mirafiori. Significa che ha un proprio piano per le aree oggi inutilizzate? O che il gigantesco stabilimento rimpicciolirà? Elkann, che di Stellantis è presidente esecutivo e dunque mantiene poteri decisionali al di là del mandato al suo ceo Antonio FIlosa, che piani ha realmente per Torino e Mirafiori? "Serve un patto di collaborazione con il governo" insiste Lo Russo.

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