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Il caso
20 Settembre 2025 - 15:50
I messaggi delle code e dei posti esauriti
Il debutto di Vesta, il bonus voluto dalla Regione Piemonte a sostegno delle famiglie con bambini da 0 a 6 anni, è stato un fulmine: in appena mezz’ora la piattaforma online ha assegnato senza intoppi 10 milioni di euro a 10mila famiglie piemontesi. Una corsa notturna partita allo scoccare della mezzanotte, quando il sistema ha aperto le iscrizioni e in poco più di venticinque minuti le risorse erano già terminate. Dal Grattacielo della Regione parlano di “successo oltre ogni immaginazione”, sottolineando come la misura abbia intercettato soprattutto il ceto medio. Dei voucher erogati, ben 7mila sono andati a famiglie con Isee tra 10mila e 35mila euro. «Sul totale, il 90% delle domande accolte proviene da residenti con cittadinanza italiana, l’8% da europei e il 2% da extracomunitari» ha spiegato l’assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone, che già annuncia l’intenzione di aumentare i fondi per l’edizione 2026.
Se da un lato c’è chi festeggia, dall’altro monta il malcontento. In migliaia sono rimasti tagliati fuori. Molti raccontano l’esperienza del click day come una vera lotteria: «Ho fatto accesso un secondo dopo ed ero già dietro 23mila persone», scrive una mamma. «Mia moglie è entrata cinque secondi dopo di me e si è trovata davanti: assurdo».
Il malcontento è stato alimentato anche da presunti malfunzionamenti della piattaforma. Secondo Avs, sarebbe stato riscontrato un bug: «L’accesso alla domanda risulterebbe collegato all’orario del dispositivo usato. Chi aveva il telefono avanti di qualche minuto sarebbe risultato avvantaggiato». Una ricostruzione che ha ricevuto una risposta immediata dai tecnici del CSI Piemonte, che spiegano come il sistema di “Sala d’Attesa” funzioni con una pre-coda e un’assegnazione casuale dei posti al momento dell’apertura, senza vantaggi per chi si collega prima. La capogruppo del Movimento 5 Stelle, Sarah Disabato, che ha provato personalmente a collegarsi senza riuscirci, parla di «presa in giro»: «Era chiaro dall’inizio che i fondi non sarebbero stati sufficienti a coprire tutte le richieste. Ma assistere a quello che ho testato personalmente nel cuore della notte è stato assurdo». Sulla stessa linea la consigliera comunale del Pd Ludovica Cioria, che si è rivolta direttamente al presidente della Regione, Alberto Cirio: «Basta mancette. Vogliamo i servizi!». A rafforzare le critiche c’è anche la percezione di ingiustizia tra chi ha ottenuto il voucher: «Solo chi ha una buona connessione, dimestichezza con la rete ed è riuscito a stare sveglio fino a mezzanotte ha potuto accedere. Non è equo», racconta una mamma.
Invece per Augusta Montaruli, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, «Vesta è stata un successo. L’opposizione ha passato mesi a dire che non era una misura necessaria, ora si lamenta che i fondi erano pochi. Vorrà dire che il prossimo anno chiederemo più risorse, perché il numero delle richieste dimostra che ce n’era bisogno». Stesso tono per Emanuele Binzoni, anche lui di Fratelli d’Italia: «La sinistra che prima boicottava Vesta ora si lamenta delle poche risorse? Questa è la prova che quando governa Fratelli d’Italia le famiglie hanno risposte concrete. Ora lavoreremo per aumentarle».
La maggioranza rivendica l’originalità della misura, sottolineando che per la prima volta il ceto medio ha ricevuto un aiuto diretto, senza intaccare le risorse già previste per le famiglie a reddito molto basso. «È questa l’innovazione di Vesta – ribadiscono –: sostenere quella fascia di cittadini troppo spesso rimasta invisibile nelle politiche sociali».
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