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Caffè sempre più caro, ma gli italiani non rinunciano alla loro tazzina

Dal Nord al Sud, dal bar sotto casa ai locali turistici: nonostante i rincari fino al 15%, il rito quotidiano dell’espresso resta intoccabile e conquista anche i social

Caffè sempre più caro, ma gli italiani non rinunciano alla loro tazzina

La passione degli italiani per il caffè resta immutata, indipendentemente dalla stagione. Secondo il report “Tendenze del mercato italiano del caffè” di AstraRicerche per il Comitato Italiano del Caffè, quasi tutti gli italiani tra i 18 e i 65 anni (98,6%) consumano almeno saltuariamente caffè o bevande a base di caffè, e più di sette su dieci (71,3%) lo bevono quotidianamente, spesso più volte al giorno. Per il 91% degli intervistati, la giornata inizia davvero solo dopo la prima tazzina, un rituale che non conosce pause nemmeno d’estate.

Con l’arrivo del caldo, il caffè si reinventa in chiave fresca e creativa, conquistando i social network. Varianti come caffè shakerato, crema caffè, granita con panna e iced coffee diventano protagoniste di foto e video, trasformando la pausa caffè in un momento di piacere condiviso e visivamente accattivante.

Dietro a questa costanza di consumi si cela però un fenomeno economico significativo. I dati Fipe-Confcommercio basati sulle rilevazioni Istat mostrano che, dal 2020 al 2025, il prezzo medio di un espresso in Italia è aumentato da circa 1 euro a circa 1,18-1,20 euro, mentre il cappuccino è passato da 1,30 euro a oltre 1,55-1,60 euro. In soli tre anni, tra il 2021 e il 2024, l’espresso ha registrato un incremento di circa il 14-15%, in linea con l’inflazione generale.

Secondo l’Osservatorio Ristorazione di Ristoratore Top, questi aumenti non riflettono solo il rincaro delle materie prime, ma anche la necessità dei locali di preservare margini sostenibili in un settore sempre più competitivo.

Le differenze territoriali sono evidenti: nel 2024, un espresso costava mediamente 1,36 euro al Nord e 1,15 euro al Sud, con punte da 0,95 euro a Messina fino a 1,36 euro a Bolzano. Napoli si attestava intorno a 1,08-1,10 euro, mentre Milano e altre città settentrionali vedevano prezzi tra 1,15 e 1,20 euro.

Nelle località turistiche, l’effetto “caro-tazzina” è ancora più marcato. Come spiega Lorenzo Ferrari, fondatore di RistoratoreTop, nei centri storici più frequentati il sovrapprezzo al banco può arrivare al 10-20%, mentre servito al tavolo il prezzo cresce notevolmente: un espresso a piazza San Marco può arrivare a 10-12 euro durante eventi con orchestra, contro 1,20 euro al banco. Sulle isole di lusso come Capri o Panarea, 2 euro al banco è ormai la norma, e 4 euro non è raro nei locali più esclusivi. Anche lungo le autostrade, il prezzo medio di un espresso al banco è di 1,46 euro, con il cappuccino a 1,85 euro, secondo Altroconsumo.

Fipe-Confcommercio sottolinea come questi aumenti siano avvenuti in un contesto di forti rincari delle materie prime: il caffè verde Robusta è cresciuto del 90% in un anno, l’Arabica del 60%. Nonostante ciò, i pubblici esercizi hanno assorbito parte dei costi, riuscendo a mantenere uno dei prezzi più bassi d’Europa per l’espresso e preservando un rito quotidiano profondamente radicato.

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