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Il caso

Tensione nel carcere di Cuneo: tentato incendio e minacce di autolesionismo, intervento della polizia penitenziaria

Le operazioni di messa in sicurezza si sono protratte per oltre due ore e hanno evitato conseguenze fisiche per gli agenti e per i detenuti

Tensione nel carcere di Cuneo

Tentato incendio e minacce di autolesionismo, intervento della polizia penitenziaria

Nella serata di ieri, all’interno della casa circondariale di Cuneo, due detenuti di origine nordafricana hanno dato vita a un grave episodio di disordine nel reparto accoglienza. Secondo quanto ricostruito, i due avrebbero minacciato atti di autolesionismo e tentato di appiccare un incendio nella loro cella. La situazione è stata contenuta grazie all’intervento della polizia penitenziaria, che ha operato con kit antisommossa e con il supporto di personale richiamato in servizio. Le operazioni di messa in sicurezza si sono protratte per oltre due ore e hanno evitato conseguenze fisiche sia per gli agenti sia per gli stessi detenuti.

L’episodio ha riportato l’attenzione sulle condizioni della struttura cuneese, già oggetto di segnalazioni sindacali. Leo Beneduci, segretario generale dell’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), ha commentato l’accaduto sottolineando la carenza di risorse e strumenti a disposizione del personale, parlando di una condizione “oltre ogni limite”. L’organizzazione denuncia da tempo una gestione complessa dovuta sia al sovraffollamento sia alla presenza di detenuti con problematiche sanitarie e comportamentali difficili da gestire.

Il carcere di Cuneo, istituto di media sicurezza con una popolazione detenuta superiore alle 400 unità, è tra le strutture del Piemonte indicate dai sindacati come particolarmente critiche per l’equilibrio tra organici disponibili e numero di reclusi. Gli agenti in servizio sono chiamati a gestire situazioni di emergenza con strumenti ritenuti insufficienti, in un contesto in cui si registrano episodi ricorrenti di violenza o proteste.

L’OSAPP ha rivolto un appello diretto al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, chiedendo interventi immediati per rafforzare la sicurezza interna, adeguare gli organici e fornire strumenti operativi aggiornati. Tra le richieste figurano anche la formazione specifica per affrontare situazioni critiche e il riconoscimento delle condizioni di lavoro degli agenti, che operano in un quadro ritenuto sempre più complesso.

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