l'editoriale
Cerca
Il fatto
01 Ottobre 2025 - 11:45
A partire dal 30 novembre scatterà l’obbligo di registrazione per tutti gli autovelox di Comuni, Province e Regioni. Chi non rispetterà i termini rischia che le multe emesse da dispositivi “non censiti” vengano annullate. Vediamo le regole, i punti critici e le strategie per difendersi come automobilista.
Il Ministero delle Infrastrutture ha attivato un portale dedicato alla registrazione degli autovelox. Le amministrazioni locali hanno 60 giorni di tempo per inserire tutte le informazioni tecniche: marca, modello, posizione e documentazione di ciascun dispositivo. Dal 30 novembre, l’utilizzo degli apparecchi non registrati sarà considerato illegittimo e le sanzioni elevate da tali strumenti potrebbero essere invalidate.
Questa novità offre maggiori tutele ai cittadini, ma solleva anche dubbi su interpretazione delle norme e differenze tra approvazione e omologazione, oltre alle difficoltà operative per le amministrazioni nel rispettare le scadenze.
Il censimento nasce da un emendamento al Decreto Infrastrutture 2025 e dal successivo decreto direttoriale n. 305. Tutti gli autovelox destinati a rilevare le infrazioni devono essere registrati sulla piattaforma telematica nazionale del MIT.
La registrazione non è solo formale: senza di essa, gli apparecchi non potranno essere utilizzati legalmente e le multe elevate risulteranno invalide.
Un nodo importante resta la differenza tra approvazione ministeriale e omologazione. Secondo l’articolo 142 del Codice della Strada, solo gli strumenti omologati possono costituire prova valida. In passato, tribunali italiani hanno annullato multe rilevate con dispositivi privi di omologazione, chiarendo che l’approvazione ministeriale non basta. La Cassazione, con un’ordinanza del 2024, ha confermato questo principio.
Il decreto ministeriale prova a equiparare approvazione e omologazione, scelta che potrebbe generare contenziosi e interpretazioni contrastanti.
Per gli automobilisti la principale novità riguarda la trasparenza. La piattaforma ministeriale renderà disponibili dati e mappe degli autovelox censiti. Chi riceverà una multa potrà così verificare se il dispositivo era registrato correttamente: in caso contrario, la sanzione potrà essere contestata.
Anche per gli autovelox registrati sarà possibile richiedere prova dell’omologazione, elemento cruciale per la validità della multa. Gli esperti prevedono un aumento dei ricorsi: prima per contestare la mancata registrazione, poi per verificare la corretta omologazione.
Con il censimento, le mappe ufficiali degli autovelox diventeranno un riferimento legale. Le app e i navigatori potranno integrare questi dati, mostrando solo i dispositivi realmente attivi e censiti, riducendo le false segnalazioni. In futuro, chi consulta il navigatore saprà con certezza se un autovelox è regolarmente autorizzato, grazie agli aggiornamenti sincronizzati con il portale ministeriale.
Il Portale dell’Automobilista raccoglie dati e servizi su patenti e veicoli, consentendo di verificare assicurazione, classe ambientale, punti patente, cronologia revisioni e pratiche automobilistiche. Con il censimento degli autovelox, diventa anche la piattaforma attraverso cui le amministrazioni registrano i dispositivi e rendono i dati disponibili al pubblico.
Gli enti locali hanno solo sessanta giorni per completare la registrazione. Per molti, soprattutto piccoli Comuni, si tratta di un compito complesso che richiede risorse tecniche e organizzative. Ritardi o errori potrebbero bloccare l’uso degli autovelox e invalidare le multe, aumentando il rischio di contenziosi.
L’obiettivo del censimento è garantire maggiore trasparenza e legittimità nell’uso degli autovelox, spesso percepiti come strumenti per fare cassa. Tuttavia, lo spegnimento di molti dispositivi potrebbe ridurre la capacità deterrente e incidere sulla sicurezza stradale. Allo stesso tempo, i Comuni potrebbero vedere diminuire significativamente gli introiti derivanti dalle multe. La sfida sarà trovare un equilibrio tra tutela dei cittadini, sicurezza e bilancio locale.
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..