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Gaza
09 Ottobre 2025 - 16:55
Un passo storico verso la pace a Gaza: Israele e Hamas hanno siglato a Sharm el-Sheikh la prima fase del cessate il fuoco, annunciata nella notte dal presidente statunitense Donald Trump. “Oggi segna un momento straordinario: tutti gli ostaggi saranno rilasciati e le truppe israeliane inizieranno il ritiro secondo quanto concordato”, ha dichiarato Trump, ringraziando i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia per il ruolo determinante nella mediazione.
Il piano prevede che il governo israeliano approvi ufficialmente l’accordo nelle prossime ore, dopo di che l’esercito comincerà il ritiro. Entro 72 ore Hamas inizierà a liberare gli ostaggi ancora vivi, mentre circa duemila prigionieri palestinesi usciranno dalle carceri israeliane, inclusi 250 detenuti con ergastolo. Resta incerta la liberazione di alcuni nomi di rilievo, tra cui Marwan Barghouti.
L’esercito israeliano ha annunciato l’avvio dei “preparativi operativi” per il ritiro, pur mantenendo un forte schieramento a Rafah, lungo il confine con l’Egitto, pronto a intervenire in caso di emergenze. A Gaza, secondo l’accordo, entreranno immediatamente 400 camion al giorno nella fase iniziale, mentre Hamas si è impegnata a deporre le armi senza uscire dal processo politico sotto la supervisione di Qatar e Turchia.
La seconda fase del piano prevede la creazione di un organismo internazionale, il Board of Peace, che supervisionerà l’amministrazione postbellica di Gaza. Trump presiederà il consiglio insieme ad altri leader mondiali, tra cui l’ex Primo Ministro britannico Tony Blair.
Netanyahu ha telefonato a Trump, invitandolo a intervenire alla Knesset. “Probabilmente visiterò Israele nei prossimi giorni e, se richiesto, terrò un discorso alla Knesset. Questo risultato è frutto della cooperazione globale, inclusi Paesi in passato ostili”, ha commentato il presidente Usa.
Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha accolto con favore l’accordo, sottolineando l’importanza di un cessate il fuoco permanente e del rilascio dignitoso degli ostaggi. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, attraverso il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha confermato la disponibilità a supportare la ricostruzione del sistema sanitario di Gaza e a rispondere alle emergenze sanitarie più urgenti.
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