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Economia
28 Ottobre 2025 - 18:30
Foto di repertorio
La Manovra economica 2026 porta con sé una serie di interventi fiscali pensati per alleggerire le buste paga dei lavoratori italiani. Con uno stanziamento complessivo di 4,2 miliardi di euro, il governo punta a favorire soprattutto il ceto medio e i redditi medio-bassi, ma non tutti potranno beneficiarne allo stesso modo.
Il provvedimento principale è la riduzione dell’aliquota Irpef dal 35% al 33% per i redditi tra 28mila e 50mila euro, con un vantaggio medio stimato in 440 euro all’anno. Il taglio coinvolgerà circa 13,6 milioni di contribuenti e, in misura minore, anche chi guadagna fino a 200mila euro, grazie al sistema progressivo di calcolo dell’imposta.
Accanto a questo, la manovra introduce una tassazione agevolata al 15% per straordinari, turni notturni e festivi, misura valida per redditi fino a 40mila euro e su un massimo di 1.500 euro all’anno. Il beneficio interesserà circa 2,3 milioni di lavoratori, in particolare nei settori della logistica, sanità e manifattura.
Novità anche per i premi di risultato, la cui tassazione scende dall’attuale 5% all’1% per chi guadagna fino a 80mila euro annui. Il tetto massimo agevolabile sale da 3mila a 5mila euro, consentendo a molti impiegati e tecnici del settore privato di pagare appena 50 euro di imposte su un bonus di produttività.
Un’altra misura riguarda gli aumenti da rinnovi contrattuali, che saranno tassati al 5% anziché con le aliquote ordinarie, ma solo per i lavoratori del settore privato con redditi inferiori a 28mila euro.
Restano però esclusi i dipendenti pubblici e chi supera le soglie previste: oltre 40mila euro per gli straordinari agevolati e 80mila euro per i premi di risultato. La promessa di “più soldi in tasca” non sarà dunque per tutti, ma solo per chi rientra nelle fasce di reddito indicate.
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