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Il caso
17 Novembre 2025 - 20:41
Nell’Atlante dell’Infanzia di Save the Children c’è un capitolo che, in Piemonte, pesa più degli altri. I dati regionali raccontano una generazione, quella tra i 15 e i 19 anni, che fatica a tenere il ritmo, inciampa e spesso non trova più l’appiglio giusto. Quasi un adolescente su otto ha assunto psicofarmaci senza prescrizione: non è un atto di ribellione, semmai il segnale diretto di un’urgenza che non trova sfogo. Il 40% dei ragazzi - e delle ragazze - non è soddisfatto di sé, un malessere sottile che scava senza fare troppo rumore.
A rendere il quadro più cupo c’è un dato che parla di immobilità: il 16,7% degli adolescenti piemontesi non pratica alcuna attività fisica. Sedentarietà come abitudine, ma anche come sintomo di un rallentamento più profondo, emotivo oltre che fisico. E quando il peso diventa eccessivo, quasi la metà cerca altrove un interlocutore immediato: il 41,8% degli adolescenti si è rivolto a strumenti di Intelligenza Artificiale nei momenti di tristezza, solitudine o ansia. Una generazione “onlife”, sempre connessa e quasi mai protetta. L’Atlante registra la scia lunga della pandemia: relazioni indebolite, isolamento normalizzato, fragilità cresciute in silenzio. Eppure, in Piemonte, una risposta legislativa era stata immaginata. Quasi due anni fa il consigliere regionale Diego Sarno - già promotore della legge contro l’hate speech - aveva depositato la cosiddetta “legge Hikikomori”, un provvedimento pensato per prevenire e intercettare l’isolamento sociale dei giovani.

Diego Sarno
La proposta metteva in fila quattro assi d’intervento: riconoscere precocemente i segnali di disagio attraverso la formazione dei professionisti; offrire supporto psicologico mirato alle famiglie; creare una rete stabile tra Asl, scuole e associazioni; avviare campagne di informazione per rompere il silenzio che avvolge chi si ritira dal mondo. Tutto ancora fermo. «La proposta di legge è lì, depositata, immobile» conferma Sarno commentando i dati. E aggiunge: «Una comunità educante non può limitarsi a scuola, sport e famiglie. L’individualismo crescente pesa: molti ragazzi non hanno fratelli, non fanno sport, e finiscono per percepire il mondo fuori come competitivo, quasi ostile».
Nel frattempo sono state discusse altre proposte, compresa quella del consigliere Silvio Magliano, simile per alcuni aspetti, oggettivamente meno approfondita sul fenomeno. Ma la norma pensata per affrontare l’isolamento giovanile resta bloccata, mentre i dati, purtroppo, corrono molto più veloci della politica.
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