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Lavoro
19 Novembre 2025 - 09:20
Foto d'archivio
È stato siglato all’Aran il rinnovo del contratto dei dirigenti medici e sanitari, un accordo che interessa 137mila professionisti del Servizio sanitario nazionale. Le risorse stanziate, pari a 1,2 miliardi di euro, prevedono un incremento medio del 7,27%.
Gli aumenti si traducono in circa 491 euro lordi mensili e arretrati medi di 6.500 euro. L’incremento effettivo da gennaio 2024 sarà però più contenuto, intorno ai 230 euro al mese, perché una parte delle somme era già stata riconosciuta negli anni precedenti. Il nuovo tabellare annuo arriva così a 50.005,77 euro.
Il contratto introduce anche nuove tutele e misure organizzative: patrocinio legale e supporto psicologico in caso di aggressioni, possibilità per le aziende di stipulare polizze specifiche, semplificazione del periodo di prova e norme aggiornate per la ricostituzione del rapporto di lavoro. L’accordo è stato firmato da Anaao-Assomed, Cimo-Fesmed, Aaroi-Emac, Fvm, Cisl Medici e Uil Fp.
Soddisfazione da parte dell’Aran. «La firma di oggi è arrivata a poco più di un mese dall'avvio della trattativa. Si garantiscono incrementi economici significativi, compresi 6.500 euro medi di arretrati», ha dichiarato il presidente Antonio Naddeo, aggiungendo: «La firma in tempi record apre la strada per il rinnovo 2025-2027».
Anaao-Assomed difende la scelta di firmare. «Sarebbe stato da irresponsabili non firmare questo contratto», ha affermato il segretario nazionale Pierino Di Silverio, ricordando che «le risorse economiche per il 2022-2024 erano già state stanziate» e che la priorità era «distribuirle da subito ai colleghi». Di Silverio ha sottolineato «aumenti per i più giovani», «carriere più flessibili» e «riconoscimenti economici per chi lavora in pronto soccorso», oltre al rafforzamento delle tutele legali. Ha definito l’intesa «un passo importante per un nuovo corso», pur ribadendo che le risorse sono «inferiori alle reali necessità» e chiedendo nuovi finanziamenti nella legge di bilancio.
Fp Cgil Medici, invece, non ha aderito. «Amareggiati e indignati […] per un contratto definanziato di 537 euro lordi medi mensili rispetto all'inflazione con nessun miglioramento normativo», ha dichiarato il segretario Andrea Filippi, denunciando una sottoscrizione «frettolosa» e affermando che il sindacato è pronto «a radicalizzare la vertenza» anche con lo sciopero generale del 12 dicembre.
Soddisfatte le Regioni. «Siamo felici di aver dato una prima, importante risposta agli oltre 137 mila dirigenti medici e sanitari», ha commentato Marco Alparone, presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità, che ha parlato di un equilibrio tra «valorizzazione economica e qualità del lavoro» e di un contratto chiuso «in meno di due mesi».
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