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Economia & Guerra

Renault verso la produzione di droni in Ucraina: ecco cosa succede

Luca de Meo: "Sono avvenuti dei colloqui, ma al momento non è stata presa alcuna decisione"

Renault verso la produzione di droni in Ucraina: ecco cosa succede

Luca de Meo, Ceo di Renault

Renault potrebbe presto aprire un nuovo fronte industriale, ben lontano da quello automobilistico. Il gruppo francese è stato ufficialmente contattato dal Ministero delle Forze Armate per valutare un possibile coinvolgimento nella produzione di droni militari, con l'idea di realizzarli direttamente in Ucraina. A confermare la notizia è stata la stessa azienda, oggi guidata dal CEO italiano Luca de Meo, che ha dichiarato: «Siamo stati contattati dal Ministero per discutere della possibilità di produrre droni. Sono avvenuti dei colloqui, ma al momento non è stata presa alcuna decisione: siamo in attesa di ulteriori dettagli». L’iniziativa rientra nella strategia delineata dal ministro della Difesa Sébastien Lecornu, che ha annunciato la volontà di creare una partnership tra una “grande casa automobilistica francese” e una piccola impresa della difesa. L'idea è quella di avviare una linea di produzione bellica sul territorio ucraino per supportare in tempi rapidi le esigenze tattiche di Kiev.

Il coinvolgimento di Renault rappresenterebbe una svolta storica per il costruttore, finora estraneo al comparto militare. Con la sua vasta capacità produttiva e il suo comparto ingegneristico, Renault si configura come un partner ideale per una riconversione industriale rapida e su larga scala. Un altro elemento chiave è il ruolo dello Stato francese, che detiene il 15% del capitale di Renault ed è quindi il principale azionista del gruppo. Dall’inizio dell’invasione russa nel 2022, i droni si sono imposti come strumenti decisivi nella difesa ucraina, rivoluzionando le modalità di combattimento grazie alle loro capacità di sorveglianza e attacco.

Nei mesi scorsi, il delegato generale per l’armamento Emmanuel Chiva ha parlato della necessità di produrre “migliaia di droni in pochi mesi”, sfruttando anche le filiere civili. Il progetto con Renault va esattamente in questa direzione. Al momento, tuttavia, il dossier è ancora aperto. Ma con lo Stato francese nella cabina di regia, la pressione per una decisione rapida potrebbe aumentare.

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