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Economia
13 Luglio 2025 - 15:00
Immagine di repertorio
Il mercato degli affitti brevi a Torino ha registrato una crescita significativa tra il 2017 e il 2024. Secondo una ricerca del Full (Future Urban Legacy Lab) del Politecnico di Torino, condotta dal professor Francesco Chiodelli e dal dottorando Matteo Beltramo, il numero di annunci attivi sulla piattaforma Airbnb è aumentato del 49,9%, passando da circa 6.500 a 9.734 unità. L’85% degli annunci si riferisce a intere abitazioni, mentre solo una parte minoritaria riguarda stanze singole o condivise.
Il numero di notti prenotate è più che raddoppiato nello stesso periodo: da 337.000 nel 2017 a 758.000 nel 2024 (+125%). Di conseguenza, il fatturato generato dagli affitti brevi è salito da 20 a 68,3 milioni di euro (+240%). Le notti prenotate per unità sono passate da 52 a 78 su base annua. Tuttavia, il ricavo medio per abitazione (7.000 euro nel 2024) rimane al di sotto della media nazionale (11.700 euro), a causa di tariffe inferiori rispetto ad altre città italiane.
Il 25% degli alloggi si concentra nel centro di Torino, mentre includendo i quartieri semicentrali – come San Salvario, Aurora e San Donato – si arriva al 58% del totale. La crescita più rapida si è registrata nei quartieri periferici: +154% a Borgo Vittoria e +132,5% in Barriera di Milano. La diffusione degli affitti brevi si è estesa fino a zone meno centrali come Falchera, indicando un’espansione del fenomeno anche in aree residenziali con minore vocazione turistica.
Il numero totale di host è aumentato del 34%, arrivando a 6.005. La maggioranza (87%) è costituita da small host, ovvero soggetti con una o due unità. I medium host (3-10 annunci) rappresentano l’11%, mentre i large host (oltre 10 unità) sono circa il 2%. Nonostante la quota minoritaria, i large host gestiscono oggi il 18% degli alloggi, in crescita rispetto all’8% del 2017. Il loro numero è aumentato del 280%, mentre il volume complessivo di unità sotto il loro controllo è salito del 230%. Tuttavia, il numero medio di abitazioni gestite per host è calato, passando da 17 a 15, contro una media nazionale di 42.
Rispetto a città italiane con una maggiore pressione turistica come Roma e Venezia, dove la crescita dei large host è stata più contenuta (+27% e +41% rispettivamente), Torino mostra una dinamica più marcata sul fronte della professionalizzazione, ma ancora con margini di sviluppo. Le tariffe inferiori e la forte concorrenza sembrano spingere verso una razionalizzazione delle strategie di gestione da parte dei property manager.
Secondo i ricercatori del Politecnico, il rallentamento della crescita degli annunci potrebbe favorire un incremento dei ricavi medi per unità abitativa, soprattutto se aumenterà il peso dei gestori professionali. L’evoluzione del mercato torinese sembra dunque orientata verso una maggiore concentrazione dell’offerta e un ruolo crescente delle imprese specializzate nel settore degli affitti brevi.
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