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L'intervista
16 Luglio 2025 - 17:50
Donald Trump ed Enrico Maria Rosso della Camera di Commercio Americana a Torino
«I dazi? Non vanno demonizzati. Possono rappresentare uno stimolo utile, se colti con intelligenza e visione strategica». È questa una delle affermazioni più forti rilasciate da Enrico Maria Rosso, imprenditore e Rappresentante Onorario della Camera di Commercio Americana a Torino, nel corso di un'intervista che si è trasformata in una riflessione ampia sui rapporti economici tra Italia, Europa e Stati Uniti. Con un ruolo attivo nel dialogo tra imprese e istituzioni – “una sorta di sana lobby”, come lui stesso la definisce – Rosso coordina 12 gruppi di lavoro alla American Chamber, realtà che rappresenta in Italia l’interesse della gran parte delle aziende statunitensi operanti nel Paese.
Secondo Rosso, l’attuale contesto internazionale – segnato dal ritorno di misure protezionistiche degli Stati Uniti sul piano economico – non deve essere letto solo come una minaccia, ma anche come un’opportunità per l’Europa: «Siamo stati per anni in un bozzolo di regole e vincoli che hanno frenato la crescita. Se oggi Trump o altri stimolano una reazione, ben venga. A volte serve uno shock per ritrovare la direzione», afferma con decisione.
Rosso sottolinea come i dazi possano spingere l’Unione Europea a ridefinire la propria identità economica e a elaborare una strategia più coesa: «Dopo la Merkel, non abbiamo più un vero leader europeo. Troppe divisioni, nessuna voce forte. Forse è il momento di unire le forze dietro a un progetto concreto, come quello dell’industria automotive, che ha rappresentato per decenni un’eccellenza industriale del continente».
Parlando di automobili, Rosso evidenzia anche i rischi legati all’espansione cinese nel settore elettrico: «I cinesi hanno imparato dai migliori, e oggi non comprano più le auto tedesche. Se non troviamo una strategia comune, rischiamo di sparire. E qui l’America può paradossalmente aiutarci, anche con i suoi toni duri».
Sull’Italia, Rosso mantiene una visione ottimista: «I prodotti italiani sono meno esposti ai dazi perché hanno un valore aggiunto altissimo. Il Made in Italy è unico nel mondo. Ci preoccupiamo, ma ci stiamo sottovalutando. Il nostro "arsenale" di prodotti regge anche con un +10% di costo. Per questo serve meno allarmismo e più capacità di negoziare con fermezza». La negoziazione, per Rosso, è il cuore di tutto: «Non c’è nulla di definitivo. Ogni mossa dura serve per sedersi al tavolo. E da lì si esce con accordi bilaterali, vantaggi reciproci, come è sempre accaduto nel commercio internazionale». In conclusione, Rosso ribadisce l’importanza per l’Italia di giocare un ruolo attivo nel contesto europeo e globale: «Meglio un’impresa italiana che cresce all’estero mantenendo la sua governance qui, piuttosto che una realtà chiusa su sé stessa. Serve visione industriale, non nostalgia».
Nel quadro delle tensioni tra Europa, USA e Cina, le parole di Enrico Maria Rosso lanciano un messaggio chiaro: i dazi non devono solo preoccupare, ma spronare. A trovare risposte, strategie e – soprattutto – un’identità europea finalmente definita.
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