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ECONOMIA

SPID a pagamento: ecco cosa cambia per chi lo ha attivato con un gestore privato

Il servizio non è più gratuito per tutti. Costi, disattivazione e alternative: cosa sapere ora

SPID a pagamento: ecco cosa cambia per chi lo ha attivato con un gestore privato

Cambia tutto, o quasi, per milioni di italiani che ogni giorno accedono ai servizi online con lo SPID. Da oggi anche InfoCert, uno dei principali gestori di identità digitale, introduce un abbonamento annuale. Una svolta che arriva mentre il governo lavora a un sistema unico di accesso basato sulla Carta d’identità elettronica e sul futuro IT-Wallet. Costi, rinnovi, come uscire dal servizio: tutto quello che c'è da sapere.

InfoCert, società del gruppo Tinexta, ha annunciato che il proprio servizio SPID non sarà più gratuito. Il costo è di 5,98 euro all’anno, IVA inclusa. A differenza di quanto avviene in altri casi, il rinnovo non è automatico: chi non dà il consenso esplicito non pagherà nulla, ma perderà l’accesso al servizio. Nella comunicazione inviata agli utenti, InfoCert ha ricordato di aver offerto lo SPID gratuitamente per dieci anni, contribuendo alla diffusione della digitalizzazione nel Paese.

Chi non intende accettare il nuovo modello a pagamento può recedere dal servizio. Le modalità sono due: inviare una PEC all’indirizzo revoca.spid@legalmail.it, oppure una raccomandata con ricevuta di ritorno all’indirizzo della sede di InfoCert a Roma. In alternativa, è possibile ottenere informazioni attraverso il sito infocert.it, utilizzare la web chat oppure contattare il call center al numero 049 78 49 360.

Ma la questione non riguarda solo i singoli cittadini. I rapporti tra lo Stato e i gestori privati dello SPID sono da tempo tesi. Le convenzioni con i fornitori – come Poste, Aruba, InfoCert e altri – sono scadute già alla fine del 2022. Per evitare interruzioni, l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) ha prorogato i contratti fino all’aprile 2023. Intanto, i gestori hanno chiesto un supporto economico per coprire i costi di gestione. Il governo ha promesso un finanziamento di 40 milioni di euro, incluso nel decreto sul PNRR, ma i fondi sono stati sbloccati solo a marzo 2025, dopo una lunga attesa.

Le nuove convenzioni sono state firmate nell’ottobre 2023, ma nonostante i fondi in arrivo, chi ha scelto di rendere il servizio a pagamento – come InfoCert e Aruba – non ha alcuna intenzione di tornare indietro. Le attuali convenzioni scadranno a ottobre 2025 e dal 9 luglio è ufficialmente iniziato il periodo dei tre mesi previsti per avviare i negoziati sul rinnovo.

Il governo continua a spingere sulla Carta d’identità elettronica (CIE), che punta a diventare il sistema principale per accedere ai servizi pubblici online. Il Dipartimento per la Trasformazione Digitale, guidato dal sottosegretario Alessio Butti, la considera la strada da seguire nei prossimi anni. A differenza dello SPID, la CIE ha un costo fisso deciso dallo Stato e può essere usata anche tramite l’app CieID, senza bisogno di un lettore NFC. Le attivazioni dell’app sono in crescita: da 5,5 milioni nel maggio 2024 a 7,3 milioni nel maggio 2025. Anche l’uso della CIE sta aumentando rispetto allo SPID. Se prima il rapporto era di 1 a 20, oggi è sceso a 1 a 10. Un segno che sempre più persone iniziano a usarla.

Non tutti i gestori SPID hanno scelto di introdurre un costo. PosteID, che da sola gestisce oltre il 70% delle identità digitali attive in Italia, mantiene il servizio gratuito. Le convenzioni attuali scadranno a ottobre e il sistema è in fase di riorganizzazione: nei prossimi mesi non sono escluse ulteriori novità.

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