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Agricoltura
21 Settembre 2025 - 18:35
Superfici in crescita e prospettive tra opportunità e incognite
La campagna di raccolta del riso 2025/2026 è ufficialmente iniziata in Italia, con una superficie coltivata stimata in 235mila ettari, pari a un incremento del 4% rispetto allo scorso anno. Secondo i dati diffusi da Coldiretti Piemonte, il Belpaese si conferma primo produttore europeo sia per estensione sia per capacità, garantendo da solo oltre il 50% della produzione complessiva dell’Unione Europea.
Il Piemonte si conferma la principale regione risicola italiana, con circa 117mila ettari coltivati, 1.900 aziende attive e 8 milioni di quintali prodotti ogni anno. La raccolta di quest’anno segue un’estate caratterizzata da un andamento climatico regolare, a differenza del 2023 segnato da siccità e ondate di calore. Restano tuttavia incerte le rese effettive: solo le prossime settimane, con l’evoluzione meteorologica e le successive fasi di essiccazione e pilatura, permetteranno di valutarne l’entità.
Il settore risicolo deve fronteggiare costi di produzione elevati: fertilizzanti, energia e altri mezzi tecnici hanno registrato rincari a doppia cifra negli ultimi anni, in parte legati alle tensioni internazionali e alle conseguenze dei conflitti. Sul fronte commerciale, pesa inoltre la concorrenza del riso importato a basso costo. Coldiretti segnala come il nuovo accordo Ue-Mercosur possa introdurre fino a 60 milioni di chili di riso a dazio zero, con il Brasile – primo produttore extra-asiatico – pronto a inserirsi sul mercato europeo.
Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale, evidenziano la necessità di una clausola di salvaguardia automatica che scatti in caso di superamento di determinate soglie di importazione, insieme all’introduzione di criteri di reciprocità, affinché i prodotti importati rispettino le stesse regole applicate a quelli comunitari in termini di sicurezza alimentare, sostenibilità e tracciabilità.
La nuova campagna coincide con gli 80 anni del Carnaroli, varietà simbolo della gastronomia italiana, impiegata in risotti e piatti tradizionali, divenuta anche un elemento distintivo del made in Italy agroalimentare.
Con superfici in crescita e un andamento climatico favorevole, la campagna 2025/2026 si apre dunque con prospettive positive, ma condizionate da fattori esterni che potrebbero influenzare la redditività delle aziende agricole e la competitività del riso italiano sul mercato globale.
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