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Prezzi equi ai produttori

Coldiretti Cuneo: servono dati ufficiali sui costi della frutta piemontese

L’organizzazione agricola chiede maggiore trasparenza nella filiera per contrastare pratiche sleali e pagamenti sotto costo

Coldiretti Cuneo

L’organizzazione agricola chiede maggiore trasparenza nella filiera per contrastare pratiche sleali e pagamenti sotto costo

Coldiretti Cuneo sollecita l’introduzione di un sistema chiaro e continuativo di rilevazione dei costi di produzione della frutta piemontese, per garantire maggiore trasparenza lungo la filiera e impedire che i produttori siano penalizzati da prezzi imposti al di sotto dei valori reali di mercato.

Il presidente Enrico Nada ha chiesto che i costi vengano pubblicati ufficialmente dagli enti preposti, così da fornire un riferimento concreto per l’applicazione della legge n. 198 del 2021, che vieta la compravendita di prodotti agricoli a prezzi inferiori ai costi di produzione. “È necessario – ha spiegato – rendere strutturale un metodo di rilevazione che consenta verifiche puntuali e continue. Senza dati certi, diventa impossibile contrastare le pratiche sleali e tutelare i produttori locali”.

La provincia di Cuneo rappresenta uno dei poli principali della frutticoltura piemontese, con 4.500 aziende attive e 12.000 ettari coltivati. Le principali produzioni riguardano mele, pesche, kiwi, pere e susine, e il territorio copre tra il 70 e l’85% della produzione frutticola regionale. Il comparto ortofrutticolo ha un valore stimato in oltre 400 milioni di euro, di cui circa 260 milioni derivanti direttamente dalla frutta, senza contare l’indotto legato alla trasformazione e alla logistica.

Coldiretti evidenzia inoltre due criticità strutturali: le tempistiche dei pagamenti, che spesso si protraggono per otto o dieci mesi dopo la raccolta, e la forte disparità tra i prezzi riconosciuti ai produttori e quelli applicati al consumatore finale. Il direttore Francesco Goffredo ha definito la situazione “insostenibile”, segnalando come la grande distribuzione continui a esercitare un ruolo dominante nella definizione dei prezzi, con margini che non coprono i costi di produzione agricola.

L’organizzazione chiede quindi una maggiore applicazione dei controlli previsti dal decreto legislativo n. 198 e una pubblicazione periodica dei dati ufficiali sui costi medi di produzione, indispensabili per individuare e sanzionare eventuali violazioni.

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