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PIANETA bianconero
18 Marzo 2025 - 20:25
Cristiano Giuntoli (foto LaPresse), anche il suo operato è finito sotto esame
Alessandro Del Piero ha parlato di «mancanza dello spirito Juve, di quella voglia di reagire…», tipica di chi indossa una maglia pesante come quella bianconera. Uno spirito dilapidato in pochi mesi alla Continassa. Uno spirito smontato pedina dopo pedina a partire dall’esonero di Allegri subito dopo la vittoria della Coppa Italia a Roma il 17 maggio scorso.
D’altronde Giuntoli non metteva mai piede nello spogliatoio bianconero e lo si è capito con quel gesto rivoltogli proprio dall’allenatore livornese durante i festeggiamenti per la vittoria della coppa nazionale, la decima della lunga e gloriosa storia bianconera. Da allora la juventinità è stata messa alla porta, a partire da Szczesny, di fatto obbligato a smettere di giocare con un anno di anticipo sulla scadenza effettiva del suo contratto con la Vecchia Signora e poi tornato tra i pali al Barcellona non risparmiando critiche e frecciate proprio all’ambiente bianconero: «Che gioia giocare al Barcellona, qui ci si diverte giocando. Non si pensa solo al risultato come accadeva alla Juve…», ha detto nelle ultime ore. Più chiaro di così.
Avrà incassato fior fior di milioni di euro e ne avrà risparmiati altrettanti in termini di ingaggi ma in estate prima e in inverno poi, Giuntoli ha di fatto venduto l’anima della Juve al miglior offerente. Da Kean - rimpianto più che mai -, passando poi per gli altri juventini purosangue come Miretti e Nicolussi Caviglia (non sono meglio di Douglas Luiz e Koopmeiners?), arrivando fino a capitan Danilo che il giorno dell’addio tirò in ballo «il progetto bianconero fantasioso», arrivando fino a Fagioli, talento inespresso sotto la Mole ma sbocciato come un giglio a Firenze: a proposito Juve hai visto i due assist al bacio di domenica scorsa?
Mancanza di juventinità e di dna bianconero, quella che in teoria avrebbe potuto portare Chiellini, relegato in sede a un altro tipo di lavoro. Se per è questo Giuntoli l’estate scorsa ha cambiato anche lo storico magazziniere pensionandolo con un anno di anticipo, pur di avere il pieno controllo dello spogliatoio. Ora però nel mirino, sotto esame, ci è finito anche lui: ad Allegri aveva preso in prestito Alcaraz (non il tennista), per Thiago Motta invece sono stati spesi oltre 200 milioni di euro. Per chi conosce bene l’ambiente «Giuntoli gestisce la Juve come il Carpi, ma la Juve non è il Carpi…».
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