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IL CASO

Asili nido "vietati" nei comuni di montagna. Il bando del ministero fa infuriare l'Uncem

I parametri per l'assegnazione dei finanziamenti per l'apertura di nuovi asili nido di fatto escludono i piccoli Comuni

Asili nido "vietati" nei comuni di montagna. Il bando del ministero fa infuriare l'Uncem

Niente asilo nido per i piccoli comuni di montagna.

A denunciarlo è l’Uncem, che segnala come il ministro Giuseppe Valditara abbia confermato, rispondendo a una interrogazione parlamentare, che il bando del governo per l’apertura di nuove strutture dedicate ai più piccoli in sostanza escluda i piccoli Comuni «mettendo dei parametri fuori scala - denuncia Uncem - per i nostri territori e per i paesi con minor popolazione. Dunque, niente asili e niente finanziamenti». Anche prevedendo aggregazioni di Comuni, non si sarebbero raggiunti i parametri del bando, quindi ad appannaggio solo delle aree urbane, grandi e medie città.

«Noi nei territori montani di asili nido abbiamo bisogno e il Piano di finanziamenti con bando nazionale, 735 milioni di euro per 1900 interventi in Italia a valere sul PNRR, non può essere solo per chi già ha asili, per i Comuni più strutturati e dimenticare le realtà rurali con meno di 5mila o 3mila abitanti. Ribadiamo che sono assurdi criteri minimi del bando seguiti dal Ministero per l’assegnazione dei contributi, parametrati sulla popolazione residente nella fascia d’età 0-2 anni di almeno 60 bambini e sulla copertura del servizio di asilo nido nella stessa fascia d’età inferiore al 33 per cento». «Mettere in condizione i piccoli Comuni di montagna - evidenzia Marco Bussone, presidente nazionale Uncem - di assicurare l’accesso a tutti i bambini da 8 mesi in poi, significa creare le condizioni affinché le giovani famiglie possano continuare a vivere nel proprio Comune senza doversi trasferire, magari attraendone delle nuove».

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